Alle elezioni per il Consiglio costituzionale cileno ha vinto l’estrema destra
L'organo eletto dovrà discutere, modificare e approvare una proposta di Costituzione del paese, di nuovo
Domenica in Cile si è votato per eleggere i 50 membri che formeranno il Consiglio costituzionale, l’organo che dovrà discutere, modificare e approvare la nuova proposta di Costituzione cilena: ha vinto la lista del Partito Repubblicano di José Antonio Kast, di estrema destra, ottenendo quasi il 35 per cento dei voti e 33 seggi su 50, ben più della metà.
La Costituzione che il Consiglio costituzionale esaminerà dovrebbe sostituire quella del 1980 adottata ai tempi della dittatura militare di Augusto Pinochet. È la seconda volta che il Cile prova a cambiarla: il primo tentativo, fallito, era stato dell’attuale presidente di sinistra Gabriel Boric. Nel nuovo processo per riscrivere la Costituzione, invece, avranno un potere maggiore politici e partiti. Kast, il leader della lista di destra che ha vinto le elezioni di domenica, era arrivato al secondo turno delle presidenziali che nel 2021 si erano concluse con la vittoria di Boric.
I 33 seggi ottenuti dalla lista di Kast sono più dei tre quinti richiesti per poter approvare modifiche alla proposta di Costituzione che il Consiglio riceverà entro il prossimo 7 giugno. Sono stati ottenuti in parte dal solo Partito Repubblicano (22 seggi) e in parte da Cile Sicuro, il blocco dei partiti tradizionali della destra, che ha ottenuto 11 seggi. Gli altri 17 sono stati ottenuti da Unità per il Cile, il blocco formato dai partiti di sinistra che sostengono Boric, e da uno dei tre candidati indipendenti esterni alle liste, appartenente ai popoli indigeni cileni.
Il risultato della votazione di domenica è indicativo di uno spostamento verso destra della politica cilena, per certi versi inaspettato considerando quanto era cambiato il Cile con le enormi proteste del 2019: proprio da quelle proteste, iniziate per l’aumento del biglietto della metropolitana della capitale Santiago e che si sono poi estese, era emersa una nuova leadership giovane e di sinistra, da cui proviene lo stesso Boric. Approfittando dell’entusiasmo che lo aveva portato a vincere le elezioni, Boric aveva provato a cambiare la Costituzione l’anno scorso ma la sua proposta era stata considerata troppo ambiziosa e progressista da una parte dell’elettorato.
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Alla proposta di Costituzione sta lavorando da gennaio una commissione di 24 esperti nominata dal Congresso cileno: 12 donne e 12 uomini che riflettono gli equilibri dei vari partiti all’interno del parlamento. Dovranno tener conto di 12 principi base pre-concordati con i partiti, anche se secondo i deputati della sinistra questi principi ricordano troppo l’impianto della Costituzione attualmente in vigore, quella della dittatura.
Dopo l’esame e le eventuali modifiche apportate dal Consiglio costituzionale, il testo definitivo della proposta verrà consegnato il 21 ottobre al presidente e votato con un referendum entro la fine dell’anno.
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