L’Ucraina ha accusato la Russia di aver attaccato la città di Bakhmut con munizioni al fosforo bianco
L’esercito ucraino ha diffuso il video che mostra le immagini di un presunto attacco russo alla città di Bakhmut, in cui si vedono gli effetti del possibile utilizzo di munizioni al fosforo bianco. Non è chiaro quando sia avvenuto esattamente il presunto attacco, che è stato ripreso da un drone: il filmato mostra alcuni grattacieli della città in fiamme. Il ministero della Difesa ucraino ha scritto in un tweet che l’attacco ha colpito «aree non occupate di Bakhmut con munizioni incendiarie».
Il fosforo bianco è una sostanza simile alla cera che si accende a contatto con l’ossigeno, creando pennacchi luminosi di fumo. A contatto col corpo umano provoca ustioni gravi, dolorose e molto profonde, finisce per passare attraverso la pelle, arriva alle ossa bruciando i tessuti e, se non si interviene immediatamente, provocando la morte. Non era considerato un’arma chimica dalla Convenzione sulle armi chimiche, ma oggi secondo i trattati internazionali può essere utilizzato solo per illuminare un’area, per nascondersi o per spaventare un nemico, ma non per colpirlo. Da quando ha invaso l’Ucraina nel febbraio dello scorso anno, la Russia è stata accusata in diverse occasioni di aver utilizzato il fosforo bianco, anche durante l’assedio di Mariupol all’inizio della guerra.
Not enough shells, but more than enough phosphorus.
Ruscists are shelling unoccupied areas of Bakhmut with incendiary ammunition.
They will burn in Hell.📷 @SOF_UKR pic.twitter.com/7oqNTumJ34
— Defense of Ukraine (@DefenceU) May 5, 2023
Bakhmut si trova nel Donbass: è una cittadina priva di un grande valore militare, geografico o strategico. I due eserciti tuttavia si stanno ostinando a combattervi – i russi per cercare di conquistarla a ogni costo e gli ucraini nella sua difesa a oltranza – per ragioni in parte politiche, in parte di prestigio militare e in parte per tattiche belliche che poco hanno a che vedere con la cittadina in sé.
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