Che ne sarà di Lionel Messi?
Il Paris Saint-Germain lo ha sospeso per due settimane per un viaggio non autorizzato in Arabia Saudita, uno dei posti in cui si dice che potrebbe finire a giocare
Martedì l’attaccante argentino Lionel Messi è stato sospeso per due settimane dal Paris Saint-Germain, squadra del campionato francese di calcio per cui gioca e che è controllata dalla famiglia reale del Qatar, dove alla fine del 2022 Messi aveva vinto i Mondiali con l’Argentina. La decisione è stata presa dopo che il giocatore non si era presentato all’allenamento del giorno prima, quando era andato senza autorizzazione in Arabia Saudita per un impegno legato al suo contratto di sponsorizzazione con il paese. Messi salterà quindi due partite di campionato, non potrà allenarsi con i compagni e non percepirà lo stipendio relativo a quel periodo, che nel suo caso si stima essere pari a circa un milione e mezzo di euro.
La sospensione – non comunicata ufficialmente dalla squadra ma confermata da diversi media e provata dall’assenza di Messi dagli ultimi allenamenti – è importante per due motivi: perché mostra l’intenzione del Paris Saint-Germain di “tracciare una linea”, quindi stabilire con chiarezza quali siano gli atteggiamenti non consentiti ai propri giocatori; e perché con ogni probabilità spingerà Messi a cambiare squadra nella prossima stagione.
Da più parti si ipotizza anzi che Messi non giocherà più con il Paris Saint-Germain nemmeno dopo le due settimane di sospensione, e le destinazioni date come più probabili per la sua prossima stagione al momento sono tre: il Barcellona, per un complicato ma affascinante ritorno alle origini; l’Inter Miami, per far crescere il calcio negli Stati Uniti; e l’Arabia Saudita, per fare come Cristiano Ronaldo, prendere quello che già si prevede potrebbe essere il contratto più ricco mai offerto a un calciatore e legarsi ancora di più agli interessi e ai piani non solo sportivi del paese.
La situazione è complicata dal fatto che su questa vicenda né Messi, considerato da molti il miglior calciatore di sempre, né il Paris Saint-Germain hanno fatto dichiarazioni ufficiali: tutte le informazioni disponibili arrivano da ricostruzioni della stampa, soprattutto da quella francese.
Messi è testimonial dell’Arabia Saudita già da prima che nell’estate del 2021 diventasse un giocatore del Paris Saint-Germain. La squadra era quindi a conoscenza di quell’accordo e sembra che nel contratto di Messi sia prevista una certa libertà di azione per fare viaggi per promuovere l’immagine dell’Arabia Saudita. I termini dell’accordo tra Messi e i sauditi non sono noti, ma si sa che già nel 2022, dopo che il Paris Saint-Germain aveva vinto il campionato, Messi era stato per due giorni in Arabia Saudita. Il suo viaggio di questi ultimi giorni, fatto insieme alla famiglia e organizzato dal ministero del Turismo, ha previsto invece una visita (e alcune fotografie) nella via principale della capitale Riyad e nella vicina città di Diriyah.
#WelcomeMessi to Diriyah, the land of traditions, heritage and history. Leo Messi, his wife Antonella and his sons Mateo and Ciro had an enjoyable tour where they learned about the history of Saudi and met its generous and hospitable people in At-Turaif. pic.twitter.com/vna7y63m2u
— Ahmed Al Khateeb أحمد الخطيب (@AhmedAlKhateeb) May 2, 2023
Si stima che l’accordo con l’Arabia Saudita, in base al quale Messi deve anche postare certi contenuti sul suo profilo Instagram, seguito da oltre 450 milioni di utenti, gli frutti non meno di 30 milioni di euro all’anno, una cifra vicina a quello che si stima essere il suo contratto annuale con il Paris Saint-Germain.
Secondo la ricostruzione dell’Équipe, già da alcuni giorni Messi aveva informato il Paris Saint-Germain che lunedì 1 maggio, un giorno festivo anche in Francia, aveva in programma un viaggio in Arabia Saudita. Sembra inoltre che il viaggio fosse già stato spostato due volte e, secondo fonti vicine a Messi, già autorizzato.
Inoltre, se il Paris Saint-Germain avesse vinto la sua partita di campionato di domenica 30 aprile, quel lunedì sarebbe stato giorno di riposo per tutta la squadra. Invece il Paris Saint-Germain ha perso per 3-1 contro il Lorient, cosa che ha portato la società a cambiare i piani e decidere di programmare un allenamento per lunedì. Messi si sarebbe insomma trovato con un viaggio già organizzato e difficile da cancellare all’ultimo, scegliendo quindi di andare comunque, nonostante l’allenamento.
Non è ben chiaro, tuttavia, se e quali accordi avessero Messi e il Paris Saint-Germain e nemmeno se ci sia stata una grande incomprensione, se sia stato Messi a voler provocare il Paris Saint-Germain (o a non poter dire di no all’Arabia Saudita) o il Paris Saint-Germain a voler usare quanto successo come un momento per allontanarsi da Messi. Un’ipotesi che è stata fatta è che il Paris Saint-Germain abbia anche voluto “mandare un messaggio” alla squadra, che in campionato, a cinque giornate dalla fine, ha cinque punti di vantaggio sulla seconda, ma che è stata eliminata dalla Champions League e ha perso tre delle sue ultime sei partite.
Messi era arrivato al Paris Saint-Germain nell’agosto del 2021, dopo la scadenza del suo contratto con il Barcellona, in cui era da oltre vent’anni e da cui se n’era andato controvoglia, in conseguenza dei gravi problemi economici della squadra. A Parigi Messi ha giocato con il francese Kylian Mbappé e il brasiliano Neymar, in una squadra sulla carta fortissima e di certo ricchissima che però non ha mai vinto la Champions League. Nonostante ci fosse arrivato a 34 anni, Messi ha giocato oltre 70 partite, segnato 31 gol (molti dei quali determinanti) e fatto oltre 30 assist ai compagni.
Nei numeri, e anche nella qualità di certe prestazioni, ha insomma fatto molto bene, sebbene ovviamente sotto ai suoi standard di un tempo e nonostante qualcuno abbia fatto notare un’intensità diversa rispetto alle sue eccellenti prestazioni con l’Argentina. Messi, ha scritto Vincent Duluc sull’Équipe, ha spesso dato l’impressione di giocare per il Paris Saint-Germain «con la stessa felicità di chi deve andare dal dentista».
Anche per questo il rapporto tra lui e parte della tifoseria è da tempo problematico, viste le alte aspettative verso di lui. Messi ha giocato più di una partita tra i fischi dei suoi tifosi e, come ha scritto Tariq Panja sul New York Times, quella tra lui e il Paris Saint-Germain «è stata sempre una relazione d’affari, un rapporto privo del peso sentimentale tra Messi e il Barcellona». Per di più, per questioni di età e nazionalità, al Paris Saint-Germain Messi sta in genere un gradino sotto a Mbappé, che ha 24 anni e un grado di influenza altissimo nelle vicende della società, oltre che della squadra.
Ci si è chiesti, per esempio, se il Paris Saint-Germain avrebbe voluto o anche solo potuto, in condizioni simili, punire Mbappé nello stesso modo in cui ha punito Messi; o anche se la punizione di Messi non sia un modo per dire, anche a Mbappé, che nessun calciatore può considerarsi più importante della squadra.
Resta il fatto che è ormai dato per pressoché certo il fatto che dalla prossima stagione Messi andrà a giocare altrove, nonostante il suo contratto preveda la possibilità di un rinnovo per un altro anno, fino a pochi mesi fa dato per possibile se non addirittura probabile.
Il ritorno al Barcellona – ora allenato da Xavi, ex compagno di squadra di Messi – sembra voluto anche da Joan Laporta, il presidente del Barcellona nei migliori anni di Messi nella squadra e dal 2021 di nuovo presidente e in cerca di una rielezione. Le difficoltà economiche del Barcellona, che già dovrà faticare per rinnovare i contratti di alcuni suoi giocatori, e il fatto che la squadra debba rispettare determinati parametri di spesa, rendono però complicato questo trasferimento, per il quale Messi dovrebbe senza dubbio accettare un contratto molto meno ricco rispetto alle alternative. Oltre a tornare alle origini, potrebbe inoltre restare nel calcio “che conta”, quello europeo.
Il trasferimento all’Inter Miami, squadra statunitense controllata tra gli altri dall’ex calciatore David Beckham, sarebbe l’ennesimo tentativo, senz’altro il più rilevante fin qui, di far crescere il valore e la rilevanza del calcio statunitense, in un paese che nel 2026, quando Messi avrà poco meno di quarant’anni, organizzerà i prossimi Mondiali di calcio e che nel 2024 ospiterà invece la Copa América. Di un possibile passaggio di Messi all’Inter di Miami si parla da tempo, e per molti versi sarebbe invece una scelta di compromesso: prenderebbe più soldi che al Barcellona e parecchi meno rispetto all’Arabia Saudita, rinunciando però al calcio europeo e alla Champions League.
Un contratto con una squadra saudita (le più probabili sono Al-Hilal e Al-Ittihad) sarebbe invece soprattutto una scelta economica, visto che si è parlato della possibilità di un contratto da circa 400 milioni di euro all’anno, perfino di più rispetto a quello ricchissimo firmato da Cristiano Ronaldo con l’Al-Nassr.
In quel caso Messi si legherebbe però ancora di più all’Arabia Saudita, con le criticità del caso e le tante implicazioni non solo calcistiche. I due migliori giocatori degli ultimi vent’anni, entrambi quasi quarantenni, giocherebbero nello stesso campionato di nuovo (dopo avere giocato insieme nella Liga spagnola) e prenderebbero centinaia di milioni di euro da un paese che tra le altre cose si dice voglia organizzare i Mondiali del 2030, un anno significativo per il governo saudita. Già da tempo infatti il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha avviato il grosso progetto “Vision 2030”, con cui sostiene di voler rendere il paese indipendente dall’andamento dei mercati petroliferi e, in generale, più aperto al resto del mondo.
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