La Camera ha approvato la fiducia al “decreto Cutro” sulla gestione dei flussi migratori
La Camera dei deputati ha approvato la fiducia alla conversione in legge del cosiddetto “decreto Cutro”, il decreto-legge sulla gestione dei flussi migratori che il governo aveva emanato dopo il grave naufragio di migranti avvenuto al largo delle coste di Steccato di Cutro, in Calabria. Essendo un decreto-legge, il governo aveva 60 giorni per convertirlo in legge dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 10 marzo scorso: dopo una lunga discussione al Senato e l’inserimento di alcuni emendamenti, alla Camera il testo è arrivato “bloccato”, cioè senza possibilità di modifiche, perché il governo aveva posto la fiducia sulla sua approvazione.
Il provvedimento contiene soprattutto misure che inaspriscono le pene per le persone che tentano di arrivare in Italia irregolarmente via mare e altre che rendono più complesso rimanere in Italia per chi riesce ad arrivarci. Da questo punto di vista le misure principali sono due. La prima è la creazione di un nuovo reato per «morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina», con pene dai 20 ai 30 anni di carcere, che dovrebbe riguardare i cosiddetti “scafisti”, cioè le persone che guidano le imbarcazioni su cui arrivano migranti e richiedenti asilo. La seconda è l’abolizione della “protezione speciale”, che esiste da pochi anni ed è uno dei tre modi grazie ai quali una persona straniera che arriva in Italia scappando da situazioni di pericolo può ottenere la possibilità di vivere e ricevere accoglienza.
Il governo di Giorgia Meloni aveva detto che il decreto aveva l’obiettivo di ampliare le possibilità di arrivare in Italia legalmente per i migranti che intendono trasferirsi per lavoro. In realtà nel decreto non c’è molto sull’apertura di canali regolari, giudicati da molti esperti di immigrazione come l’unico modo per ridurre gli arrivi irregolari via mare. Sono previste per esempio agevolazioni all’interno del cosiddetto “decreto flussi”, la legge annuale che permette l’ingresso in Italia ad alcune categorie di lavoratori stranieri.
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