Il governo australiano vuole vietare le sigarette elettroniche usate “a scopo ricreativo”
Il governo australiano sta lavorando a una serie di misure per vietare le sigarette elettroniche e i vaporizzatori usati “a scopo ricreativo” e per limitare più in generale il consumo di tabacco. Martedì il ministro della Salute australiano Mark Butler ha presentato una riforma che tra le altre cose proibirà le sigarette elettroniche usa e getta, vieterà l’importazione di quelle senza prescrizione medica e imporrà nuovi limiti ai livelli di nicotina che possono contenere. L’obiettivo è che vengano usati solo come strumento per smettere di fumare le normali sigarette: in base alle intenzioni del governo, potranno essere venduti solo nelle farmacie e dovranno essere etichettati come prodotti farmaceutici.
L’Australia è uno dei paesi con le leggi più rigide in tema di tabacco. Nel 2012 fu il primo ad approvare una legge che imponeva alle aziende produttrici di sigarette di vendere i propri prodotti in confezioni senza loghi, e attualmente un pacchetto di sigarette costa in media 40 dollari australiani (circa 25 euro, su uno stipendio mensile medio dell’equivalente di circa 4.400 euro). In Australia per comprare le sigarette elettroniche che contengono nicotina è già necessaria una ricetta medica, ma si riescono comunque a trovare sul mercato nero; quelle senza nicotina invece si trovano un po’ dappertutto: spesso hanno gusti fruttati, che attirano anche giovani e adolescenti, e contengono comunque sostanze che creano dipendenza.
Butler ha osservato che le sigarette elettroniche sono diventate popolarissime tra i giovani e adesso si stanno diffondendo anche tra quelli delle scuole primarie (che in Australia vanno dai 6 ai 12 anni), rendendo tre volte più probabile che adolescenti e bambini comincino a fumare. Il ministro ha chiarito che il governo australiano non intende vietare del tutto la vendita di sigarette alle persone più giovani, come ha fatto di recente la Nuova Zelanda: ha però anticipato che nei prossimi tre anni le tasse sulla vendita del tabacco aumenteranno del 5 per cento all’anno, in modo che aumenti il costo per il consumatore finale con l’obiettivo di disincentivarne l’acquisto.