In Giappone è stata approvata la pillola abortiva
Finora era legale solo l'aborto chirurgico, ma con grosse limitazioni
Il ministero della Salute giapponese ha approvato l’aborto farmacologico nel paese, dopo anni di discussioni. Fino ad oggi in Giappone era infatti praticabile solo l’aborto per via chirurgica, mentre la cosiddetta pillola abortiva era illegale.
Nel paese una donna può abortire fino alla ventiduesima settimana di gravidanza, in base a una legge approvata nel 1948, con alcuni limiti (in Italia fino alla dodicesima settimana). Se una donna è sposata, per esempio, ufficialmente deve avere il consenso del marito per abortire; ma ci sono molti casi di medici che per il timore di incorrere in conseguenze legali si rifiutano di praticare l’aborto anche su donne non sposate, se non ricevono prima un’autorizzazione dall’uomo che si suppone sia il padre, consensualmente o con una violenza sessuale.
Tutto ciò rende molto complicato abortire liberamente e in sicurezza in Giappone, e aumenta il rischio che le donne facciano ricorso a cliniche clandestine per abortire anche senza il consenso del partner. L’approvazione dell’aborto farmacologico, a lungo richiesta dalle associazioni che si occupano dei diritti delle donne giapponesi, è un passo in avanti che faciliterà l’accesso a un metodo di interruzione della gravidanza più sicuro e meno traumatico dell’aborto chirurgico.
Nello specifico il ministero della Salute giapponese ha autorizzato la commercializzazione di un trattamento farmacologico chiamato Mefeego Pack, prodotto dall’azienda farmaceutica britannica Linepharma. È composto da due farmaci da assumere a distanza di 48 ore uno dall’altro: il mifepristone (che in Italia è commercializzato con il nome RU486 e blocca un ormone necessario allo sviluppo della gravidanza) in combinazione con il misoprostolo.
Trattamenti medici simili esistono in molti altri paesi da anni: in Francia per esempio la pillola abortiva fu approvata nel 1988, nel Regno Unito nel 1990 e negli Stati Uniti nel 2000. In Italia invece è legale solo dal 2009, anche se il suo utilizzo è stato a lungo ostacolato e limitato.
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