L’animata campagna elettorale in Turchia
A due settimane dal voto il presidente Erdogan e lo sfidante Kilicdaroglu hanno raccolto grandi folle nei comizi domenicali
Domenica in Turchia è stata una giornata di comizi con grande partecipazione popolare: i due principali candidati alle elezioni presidenziali del 14 maggio, il presidente uscente Recep Tayyip Erdogan e il candidato unico delle opposizioni, Kemal Kilicdaroglu, hanno radunato diverse centinaia di migliaia di persone in due diverse città.
Le grandi folle ai comizi domenicali, su cui si sono scatenate le consuete battaglie di stime (difficile definire un numero reale e credibile dei presenti, comunque numerosi su entrambi i fronti) confermano la grande attenzione dei cittadini turchi in vista delle elezioni presidenziali, considerate fra le più importanti e combattute degli ultimi decenni, da quando nel 2002 Erdogan è salito al potere, prima come primo ministro, poi come presidente.
A inizio marzo sei partiti dell’opposizione turca, riuniti in quella che è stata definita la “Tavola dei Sei”, hanno scelto un unico candidato per sfidare il presidente: è stato indicato come candidato, non senza dubbi e polemiche, il leader del Partito popolare repubblicano (CHP), il principale partito d’opposizione. Kilicdaroglu ha 74 anni ed è a capo del CHP da quasi 15: è un politico molto popolare ma considerato poco carismatico.
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Ma le elezioni del 14 maggio saranno soprattutto un referendum su Erdogan e sul suo progressivo e sempre più opprimente autoritarismo, che ha via via ridotto e minacciato l’indipendenza dei media, del sistema giudiziario e di molte altre istituzioni turche.
Alle elezioni parteciperanno anche due candidati minori, che raccoglieranno percentuali non sufficienti ai loro partiti per superare la soglia di sbarramento, fissata al 7 per cento, ma probabilmente decisive per costringere Erdogan e Kilicdaroglu al ballottaggio, due settimane dopo.
Recep Tayyip Erdogan ieri ha tenuto un comizio nella capitale Ankara, dopo essere tornato sulla scena pubblica sabato, prima a Istanbul, poi a Smirne: tre giorni prima aveva dovuto interrompere un’intervista televisiva per un malore, che aveva aperto speculazioni sul suo stato di salute. Erdogan, che ha 69 anni, si è detto completamente ristabilito e ha attaccato le opposizioni: «Se Dio vorrà, il 14 maggio le elimineremo dalla scena politica turca».
Millî Mücadele'nin karargâhı, istiklâlimizin ve istikbalimizin başkenti…
Teşekkürler Ankara! 🇹🇷 pic.twitter.com/hW2FZ4Ebpl
— Recep Tayyip Erdoğan (@RTErdogan) April 30, 2023
Ankara è una delle tre grandi città turche dove Giustizia e Sviluppo (AKP), il partito di Erdogan, e i suoi alleati hanno perso le elezioni municipali nel 2019: le opposizioni hanno espresso anche i sindaci di Istanbul e Smirne. Quest’ultima città, sul mar Egeo, ha ospitato domenica il grande comizio nelle opposizioni, chiuso dal candidato presidente Kemal Kilicdaroglu. Qui la partecipazione popolare è stata davvero ampia, stimata da alcuni osservatori in oltre un milione di persone: c’erano sicuramente molte più persone di quante ne avesse raccolte Erdogan, nello stesso posto, un giorno prima. «Queste sono elezioni in cui dovremo ricostruire la democrazia», ha detto Kilicdaroglu, che è salito sul palco con la moglie Selvi.
Kemal Kılıçdaroğlu’nun İzmir mitingi öncesi. pic.twitter.com/zdvjni6MXZ
— CNB (@cnbhaber) April 30, 2023
Millet Buluşması #İzmir https://t.co/YJnDhDUwI8
— Kemal Kılıçdaroğlu (@kilicdarogluk) April 30, 2023
I sondaggi indicano attualmente un lieve vantaggio di Kilicdaroglu, ma per le opposizioni sarà comunque difficile battere Erdogan, nonostante il presidente sia piuttosto indebolito e molto criticato. L’inflazione annuale in Turchia è altissima, tra il 50 e l’85 per cento a seconda dei mesi, anche per scelte controcorrente in materia economica del presidente e questo sta danneggiando seriamente la classe media turca. Erdogan è stato molto criticato anche per la gestione del terribile terremoto che ha colpito la Turchia a febbraio, facendo almeno 50 mila morti. La sua gestione del potere sempre più autoritaria sta inoltre creando problemi crescenti sia in Turchia sia all’estero.
Ma Erdogan è abilissimo nelle campagne elettorali e instancabile nei comizi politici e ha già dimostrato in passato di essere pronto a usare il potere dello stato a suo favore.