Il rigassificatore di Piombino è pronto
Il primo carico di gas è atteso giovedì per i test, in vista dell'entrata in funzione definitiva entro la fine di maggio
I lavori per collegare il rigassificatore di Piombino alla rete nazionale del gas sono finiti: giovedì 4 maggio è previsto l’arrivo dall’Egitto di una nave metaniera che consegnerà il primo carico da 70mila metri cubi di gas naturale liquefatto (in sigla GNL o LNG). Nelle due settimane successive verranno eseguiti test per controllare che tutto funzioni secondo i piani ed entro la fine di maggio potrà iniziare l’immissione e la vendita del gas nella rete nazionale.
Il rigassificatore è stato comprato lo scorso anno e messo in funzione in tempi più rapidi rispetto al solito per ridurre la dipendenza dell’Italia dal gas russo. L’Italia usa moltissimo il gas per la produzione di energia, importandolo quasi tutto perché la produzione nazionale è molto limitata.
Fino al 2021 la Russia è stata il maggior fornitore. Dall’inizio dell’invasione in Ucraina il governo italiano ha iniziato un processo di diversificazione, cioè a comprare più gas da altri fornitori. I rigassificatori sono importanti per questa strategia perché consentono di comprare gas da paesi non collegati da gasdotti, come gli Stati Uniti o il Qatar.
Il gas naturale può essere trasportato via nave ma è conveniente solo se prima è stato reso liquido, cioè quando è GNL: in questo modo occupa un volume circa 600 volte inferiore a parità di massa e una metaniera può trasportarne una quantità molto maggiore. Una volta giunto via nave negli impianti di rigassificazione, il GNL è ritrasformato in gas e successivamente viene immesso nei gasdotti del territorio, da cui arriva a centrali termoelettriche a gas, aziende e case.
Il rigassificatore di Piombino funziona allo stesso modo. Più nel dettaglio, il GNL viene trasportato nelle navi a una temperatura di -162 °C, che serve per mantenerlo liquido. Nel rigassificatore torna allo stato gassoso grazie a un processo di riscaldamento controllato all’interno di un vaporizzatore, che ha un volume adeguato per permettere l’espansione del gas. Il riscaldamento avviene facendo passare il GNL all’interno di tubi immersi in acqua marina, che ha chiaramente una temperatura più alta. Le condotte che portano alla centrale di distribuzione del gas nella rete nazionale sono lunghe 8 chilometri e sono state costruite negli ultimi otto mesi.
L’installazione di un rigassificatore a Piombino (e di un altro a Ravenna, in Romagna) era stata autorizzata lo scorso anno con una procedura d’emergenza. Si aggiungeranno ad altri tre già attivi in Italia. Il più grande è il Terminale GNL Adriatico ed è un impianto offshore: un’isola artificiale che si trova in mare al largo di Porto Viro, in provincia di Rovigo, e ha una capacità di produzione annuale di 8 miliardi di metri cubi di gas.
Anche nel mar Tirreno, al largo della costa tra Livorno e Pisa, c’è un rigassificatore offshore: è una nave metaniera che è stata modificata e ancorata in modo permanente al fondale, e immette gas in rete dal 2013. Ha una capacità di trattamento annuale di 3,75 miliardi di metri cubi. Il terzo rigassificatore in funzione è invece una struttura onshore, cioè sulla terraferma, si trova a Panigaglia, in provincia di La Spezia, e ha una capacità di trattamento di 3,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.
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La nave installata a Piombino si chiama Golar Tundra. È lunga 300 metri e larga 40: può trattare fino a 5 miliardi di metri cubi di gas in un anno. In totale nel 2022 l’Italia ha importato 68 miliardi di metri cubi di gas. La Golar Tundra era stata costruita nel 2015 come nave metaniera e acquistata da SNAM, la principale società che gestisce la distribuzione del gas in Italia. Era partita a fine febbraio dal cantiere di Singapore in cui si trovava ed era arrivata a Piombino domenica 19 marzo. È stata installata accanto alla banchina est del porto, realizzata per l’approdo e lo smontaggio del relitto della Costa Concordia, poi dirottato a Genova.
«Entro la fine di maggio, se tutto andrà come da cronoprogramma, saremo pronti ad avviare l’esercizio commerciale», ha detto al Sole 24 Ore Elio Ruggeri, amministratore delegato di Snam Fsru Italia, la divisione che si occupa delle unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione. Finora il rigassificatore ha ottenuto tutte le autorizzazioni da parte di governo e regione, ad eccezione del comune di Piombino, da sempre contrario all’installazione insieme a diverse associazioni ambientaliste. Il sindaco Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia, aveva presentato un ricorso al tribunale amministrativo regionale con annessa richiesta di sospensione dei lavori, che era stata respinta. Il ricorso contro il rigassificatore verrà discusso nel merito il prossimo 5 luglio.
Nel frattempo non ci sono novità sulle compensazioni promesse al comune e agli abitanti. Il presidente della Toscana Eugenio Giani aveva presentato un memorandum, cioè un elenco di opere da finanziare con fondi assicurati dal governo.
Il memorandum è stato al centro delle polemiche più dure da parte delle associazioni, perché nelle compensazioni erano state inserite tante delle promesse non mantenute negli ultimi decenni: una strada di cui si discute dagli anni Settanta, essenziale come secondo accesso alla città e al porto, le bonifiche ambientali delle acciaierie, attese da anni. Inoltre SNAM avrebbe dovuto indicare fin da subito la collocazione futura del rigassificatore, autorizzato in porto soltanto per i prossimi tre anni. Il presidente Giani, tuttavia, ha concesso all’azienda diverse proroghe per valutare il trasferimento.
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