La sentenza contro il donatore seriale di sperma dei Paesi Bassi
Si ritiene che abbia avuto circa 550 figli: un tribunale gli ha ordinato di smettere
Venerdì un tribunale dell’Aia, nei Paesi Bassi, ha ordinato a un uomo che si ritiene abbia usato il proprio sperma per far nascere circa 550 persone di smetterla. L’uomo, che si chiama Jonathan Meijer e ha 41 anni, era accusato di aver violato le linee guida nazionali che prescrivono che una persona possa avere al massimo 25 figli da donazione di gameti (in Italia il numero massimo è 10). Le linee guida non sono vincolanti, ma una fondazione gli aveva fatto causa sostenendo che l’uomo, donando in modo seriale ed eccessivo, avrebbe esposto a danni le persone nate dalle sue donazioni. Il rischio è che queste persone si incontrino e si riproducano senza sapere di essere imparentate, esponendo i loro figli a possibili patologie.
La giudice Thera Hesselink ha ordinato a Meijer di smettere immediatamente di donare sperma: se non lo farà, per ogni trasgressione potrà ricevere una sanzione da 100mila euro.
– Leggi anche: Le donazioni di ovuli e spermatozoi devono essere anonime?
A fargli causa era stata la fondazione olandese Donorkind, che riunisce famiglie con figli nati da fecondazione eterologa (la tecnica di procreazione assistita che prevede la donazione esterna di gameti), insieme a una donna che aveva avuto un figlio grazie a una donazione dell’uomo nel 2018. Nel suo annuncio su un sito internet in cui si era proposto come donatore, l’uomo aveva detto di non aver fatto nascere più di 25 persone, come suggerito dalle linee guida locali, e la donna gli aveva creduto. «Se avessi saputo che aveva già fatto nascere oltre 100 persone non lo avrei mai scelto», aveva detto la donna.
Meijer era stato accusato di aver mentito alle cliniche e alle donne incontrate, dichiarando di non aver fatto nascere più di 25 persone per convincerle a sceglierlo e facendo prevalere il proprio desiderio di riprodursi su eventuali rischi. Di lui si era già parlato nel 2017, quando un’indagine del ministero della Salute olandese aveva scoperto che con le sue donazioni aveva fatto nascere almeno 102 bambini e bambine.
Ci era riuscito trovando alcune scappatoie nella regolamentazione delle donazioni: dato che le linee guida non sono vincolanti, spesso le singole cliniche non si scambiano i propri dati tra loro, anche per motivi di privacy. Nei Paesi Bassi ogni clinica fa firmare ai donatori una dichiarazione in cui affermano di non aver donato prima e di non essere intenzionati a donare in un’altra clinica; nel 2017 si era scoperto che Meijer aveva donato in almeno 10 diverse cliniche, sostenendo ogni volta di non aver mai donato prima.
Dopo l’indagine del ministero della Salute, l’uomo era stato segnalato a tutte le cliniche per evitare che il suo sperma venisse usato e affinché fosse inserito in una ufficiosa “lista nera”, ma lui aveva continuato a donare rivolgendosi a banche del seme internazionali o in cliniche di altri paesi come Spagna e Ucraina, sfruttando il fatto che ovviamente non esiste un registro internazionale dei donatori di gameti. Meijer inoltre aveva donato anche su siti internet privati, dove mancano tutte le tutele legali e sanitarie maggiormente garantite dai percorsi regolamentati.
– Leggi anche: Quanto è complicata la vita delle famiglie non tradizionali in Italia