Uno dei guai del PNRR sta per essere risolto
I comuni potranno avere più soldi in anticipo per evitare di accumulare ritardi, come avvenuto finora
La Ragioneria generale dello Stato, l’ente che ha il compito di controllare che le decisioni della politica siano applicate in modo corretto e senza sprechi di soldi, ha pubblicato una circolare per rimediare ai ritardi del PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza: in sostanza il documento consente ai comuni di ricevere dallo Stato più soldi in anticipo rispetto allo stringente limite attuale, fissato al 10 per cento del costo totale dei progetti da realizzare. I comuni potranno chiedere fino al 30 per cento.
Avere un anticipo più sostanzioso è molto importante per gli enti locali, che finora avevano avuto molte difficoltà a trovare i soldi – oltre al 10% concesso dallo Stato – per anticipare le spese alle imprese affidatarie dei lavori. Le trattative e la ricerca di queste risorse avevano fatto accumulare molti ritardi, che ora dovrebbero essere almeno in parte recuperati, visto che lo Stato ha garantito maggiori coperture sugli anticipi.
Semplificando molto, quando un comune partecipa a un bando del PNRR presenta un progetto da concludere in diverse fasi. L’obiettivo principale è finire tutto entro il 2026, come previsto dalla scadenza fissata dalla Commissione Europea. Se non si rispetterà la scadenza, l’Europa non concederà tutti i soldi promessi. Una parte dei soldi viene data nelle fasi intermedie a patto di rispettare gli obiettivi promessi dai governi che hanno gestito l’approvazione del piano. Negli ultimi mesi sono stati accumulati ritardi, per esempio nella definizione dei progetti e nell’aggiudicazione dei lavori di costruzione di nuovi asili nido.
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Diversi esponenti del governo tra cui il ministro degli Affari europei e del PNRR, Raffaele Fitto, avevano ammesso i ritardi attribuendoli alle inefficienze dei comuni, soprattutto dei più piccoli. Le accuse velate avevano spinto Antonio Decaro, presidente dell’ANCI, l’associazione dei comuni italiani, a scrivere una lettera al ministero dell’Economia per spiegare i principali problemi tecnici affrontati dai dipendenti comunali nel portare avanti i progetti del PNRR. Il contenuto della lettera, piuttosto concreto, si soffermava sulla questione degli anticipi e anche sulle lentezze del ReGis, il sistema informatico messo in piedi per controllare come stanno andando i lavori.
Le difficoltà sono dovute soprattutto a una differenza tra le regole per la gestione dei progetti. Secondo il codice degli appalti, le imprese possono normalmente chiedere ai comuni un anticipo fino al 30 per cento del costo totale dell’opera per portare avanti i lavori. Finora le regole del PNRR, però, consentivano ai comuni di anticipare al massimo il 10 per cento.
La circolare pubblicata giovedì dalla Ragioneria generale dello Stato risolve questo problema. «In casi eccezionali, debitamente motivati dall’amministrazione titolare dell’intervento, o dal Soggetto attuatore, l’importo dell’anticipazione richiesto può essere anche superiore al 10 per cento», si legge nella circolare. Per “caso eccezionale” si intende appunto la possibilità che l’impresa chieda al comune un anticipo del 30 per cento: lo Stato lo ha permesso, e si è impegnato a garantire i soldi per l’anticipo.
La seconda modifica che dovrebbe rendere le procedure più veloci riguarda il ReGis. È una piattaforma informatica, una sorta di sistema gestionale, che è aperta dal novembre del 2022 e attraverso cui le amministrazioni inviano tutte le informazioni e i dati relativi ai progetti del PNRR. È uno strumento gestito dalla Ragioneria dello Stato che consente di tenere sotto controllo l’avanzamento delle opere e soprattutto le spese.
L’ANCI nella sua lettera aveva segnalato «errori che bloccano l’attività di inserimento dei dati da parte dei comuni» e «persistenti difficoltà di mero accesso a ReGis e di navigazione». L’impossibilità di accedere al sistema aveva causato diversi ritardi oltre a una generale confusione sulle modalità di presentazione e di controllo dei progetti. La Ragioneria generale dello Stato ha quindi dato ai ministeri 15 giorni di tempo per controllare che tutti i progetti siano stati caricati correttamente. Inoltre sono state semplificate alcune procedure: i dipendenti comunali potranno inserire modifiche nel sistema informatico in autonomia, senza attendere l’assistenza della Ragioneria generale dello Stato, e in generale sarà più semplice ottenere anticipi di spesa.
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