Sono almeno 90 le persone che si ritiene si siano lasciate morire di fame per seguire un culto religioso in Kenya
Sono almeno 90 le persone che si ritiene si siano lasciate morire di fame per seguire un culto religioso in Kenya. La settimana scorsa la polizia aveva trovato 47 corpi di adulti e bambini in una tenuta di proprietà di un predicatore nella foresta di Shakahola, a ovest di Malindi, nella parte meridionale del paese, e in questi giorni ne sono stati esumati altri. In totale sono state soccorse 34 persone che stavano morendo di fame e che al momento non riescono a camminare o parlare. Secondo la Croce Rossa del Kenya ne risultano disperse 213.
Potrebbe essere il peggiore caso di questo tipo in Kenya, un paese in cui c’è un noto problema di culti religiosi non regolamentati e spesso pericolosi. Il ministro dell’Interno kenyano, Kithure Kindiki, ha detto che le ricerche sono state ampliate con l’obiettivo di «salvare il maggior numero di vite possibile».
La tenuta in cui sono stati trovati i corpi è di proprietà di Paul Mackenzie (indicato da alcune fonti come Paul Nthenge Mackenzie o Paul Makenzi), un predicatore che fa parte di un gruppo religioso di ispirazione cristiana, chiamato Good News International Church. Mackenzie è stato accusato di aver attirato decine di seguaci nella sua tenuta e di averli invitati a lasciarsi morire di fame «per incontrare Gesù». Dopodiché li avrebbe sepolti in alcune tombe e fosse comuni nella sua tenuta, dove lo scorso 14 aprile la polizia aveva trovato 15 seguaci, quattro morti e 11 soccorsi. Mackenzie fu arrestato il giorno successivo: era già stato arrestato due volte con il sospetto di essere coinvolto nella morte di alcune persone, nel 2019 e lo scorso marzo, e in entrambi i casi era stato poi liberato su cauzione. Si trova ancora in arresto.
Si prevede che giovedì cominceranno i test sui corpi esumati per accertare se le cause della morte siano effettivamente riconducibili al culto religioso di Mackenzie.