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  • Mercoledì 26 aprile 2023

Juan Guaidó è stato espulso dalla Colombia

Il più noto oppositore del presidente venezuelano Nicolás Maduro era entrato nel paese forse illegalmente, ora si trova negli Stati Uniti

Juan Guaidó (AP Photo/Matias Delacroix)
Juan Guaidó (AP Photo/Matias Delacroix)

Juan Guaidó, il principale leader dell’opposizione in Venezuela, si è rifugiato negli Stati Uniti, diventando così «l’ultimo di una lunga serie di leader dell’opposizione venezuelana in esilio», ha commentato il Financial Times. Guaidó ha detto di essersene andato dopo aver ricevuto diverse minacce da parte di persone vicine al presidente autoritario del Venezuela, Nicolás Maduro, a cui si oppone da anni. Non ha specificato se intende restare negli Stati Uniti e continuare a fare opposizione a Maduro da lì.

Guaidó ha raggiunto gli Stati Uniti dopo essere stato espulso dalla Colombia, paese in cui era arrivato lunedì attraversando la frontiera a piedi, secondo il governo colombiano in maniera illegale. La Colombia è al momento governata da Gustavo Petro, vicino a Maduro. «Dopo sessanta ore di strada per arrivare a Bogotà, sfuggendo alla persecuzione della dittatura, sfidando il regime di Maduro, mi stanno portando via dalla Colombia», ha detto Guaidó in un video girato dall’aereo, accusando poi Maduro di estendere le proprie «persecuzioni» anche al di fuori del territorio venezuelano.

Oltre ad essere il principale oppositore di Maduro, Guaidó era stato riconosciuto da alcuni paesi come il presidente legittimo del Venezuela: si era autoproclamato presidente nel 2018, al termine di elezioni criticate per la loro poca trasparenza e vinte ufficialmente da Maduro. Nel 2019 l’Assemblea nazionale, il principale organo legislativo del paese, aveva nominato Guaidó presidente ad interim in quanto secondo in linea di successione: da allora in Venezuela ci sono due presidenti, ciascuno dei quali definisce l’altro illegittimo, ma di fatto il potere l’ha sempre avuto Maduro.

Nel corso degli ultimi anni l’opposizione di Guaidó a Maduro aveva perso forza: Maduro era riuscito a estendere e rafforzare il proprio controllo e stabilire relazioni diplomatiche con una serie di governi esteri, tra cui proprio la Colombia, interessata a collaborare con lui principalmente per contrastare i propri problemi con alcuni gruppi armati che hanno basi anche in Venezuela. Nel frattempo, i tentativi di Guaidó di destituire Maduro erano sistematicamente falliti e la sua posizione si era molto indebolita.

Guaidó aveva lasciato il Venezuela lunedì scorso, sostenendo che negli ultimi tempi si fossero intensificate le minacce del regime di Maduro verso di lui e la sua famiglia, così come i tentativi di «zittirlo». Era andato in Colombia perché intenzionato a partecipare a una conferenza organizzata dal presidente Petro, in cui tra le altre cose si sarebbe dovuto discutere di come incoraggiare la ripresa dei negoziati tra il governo di Maduro e l’opposizione, interrotti nel 2021.

Alla conferenza erano stati invitati i rappresentanti di 19 paesi e dell’Unione Europea, ma non Maduro né Guaidó. Annunciando la sua partecipazione, Guaidó aveva detto di augurarsi che servisse a far ripartire i negoziati con Maduro per delle «elezioni libere ed eque». Il suo annuncio non era stato ben accolto dal governo colombiano, il cui ministro degli Esteri aveva ribadito che Guaidó non era stato invitato alla conferenza e non era previsto che vi partecipasse.

Dopo il suo arrivo a Bogotà, Guaidó era stato accompagnato dalle autorità colombiane all’aeroporto, e si è successivamente imbarcato su un volo per Miami, da cui ha denunciato la propria espulsione.

Il governo colombiano, da parte sua, sostiene che Guaidó sia entrato in Colombia in modo irregolare e nega di averlo espulso, il presidente Petro si è detto pronto ad accoglierlo nel momento in cui entri in Colombia in modo regolare e seguendo tutte le procedure necessarie (chi entra in Colombia dal Venezuela ha bisogno di un visto solo se resta più di 90 giorni, ma in ogni caso è necessario compilare alcuni documenti). Nel frattempo alcuni esponenti del governo degli Stati Uniti hanno espresso solidarietà nei confronti di Guaidó, criticando il governo colombiano.

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