La Russia potrebbe interrompere l’accordo sul grano ucraino?
Dovrà essere rinnovato a breve e ha consentito di esportare in Africa e Medio Oriente milioni di tonnellate del cereale
Nelle prossime settimane dovrà essere rinnovato l’accordo sull’esportazione del grano tra Russia e Ucraina che negli scorsi mesi ha consentito l’esportazione via mare di milioni di tonnellate di grano coltivato in Ucraina. L’accordo, negoziato lo scorso luglio dall’ONU e dalla Turchia, è già stato rinnovato alcune volte, ma di recente la Russia ha in più di un’occasione minacciato di interromperlo, cosa che provocherebbe un danno all’economia ucraina e che soprattutto creerebbe gravi condizioni di insicurezza alimentare in molti paesi dell’Africa e del Medio Oriente.
Lunedì il segretario generale dell’ONU António Guterres ha proposto al ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov una nuova bozza che dovrebbe estendere ed espandere l’accordo attualmente in vigore. Il testo della bozza non è stato reso pubblico, ma il governo russo ha fatto sapere che lo sta valutando.
L’Ucraina è uno dei maggiori esportatori di grano e di altre derrate alimentari in tutto il mondo, esportati via mare tramite i porti ucraini nel Mar Nero. L’invasione del paese da parte della Russia aveva provocato però un’interruzione delle spedizioni di grano, che rifornivano soprattutto il Medio Oriente e l’Africa, creando enormi problemi di scarsità di cibo in quelle aree del mondo. A luglio del 2022 l’ONU e la Turchia avevano mediato un nuovo accordo tra Russia e Ucraina, che prevedeva che la Russia avrebbe acconsentito a far passare le navi cargo ucraine nel Mar Nero, mentre la Turchia si sarebbe impegnata a ispezionare ogni carico in entrata e in uscita, per controllare che contenesse effettivamente grano e non armi o altro.
L’accordo, che si chiama Iniziativa per il grano sul Mar Nero, è stato un successo, e probabilmente l’unico esempio di (difficile) cooperazione tra Russia e Ucraina in questi mesi: l’Ucraina ha potuto esportare enormi quantità di grano, e questo ha alleviato i problemi di insicurezza alimentare che si erano creati nei primi mesi della guerra.
Dopo luglio, l’accordo era stato rinnovato altre due volte: l’ultima a metà marzo, quando era stata decisa una proroga di 60 giorni, che scadranno il 18 maggio.
Negli ultimi giorni, tuttavia, la Russia ha minacciato in più di un’occasione di interrompere l’accordo, e non è chiaro se queste minacce siano semplicemente un tentativo di assumere una posizione forte al tavolo del negoziato o se avranno conseguenze più concrete.
La settimana scorsa l’Ucraina aveva accusato la Russia di ritardare le ispezioni in Turchia, provocando di fatto un blocco delle esportazioni del grano ucraino (che poi sembrano però riprese).
Negli scorsi giorni, il ministro degli Esteri Lavrov ha detto che le prospettive dell’accordo «non sono buone», mentre l’ex presidente russo Dmitri Medvedev ha detto che la Russia uscirà dall’accordo se i paesi del G7 approveranno un divieto totale alle esportazioni verso la Russia (cosa per ora piuttosto improbabile). Negli scorsi giorni anche l’associazione dei produttori di grano russi si è lamentata ufficialmente perché l’accordo non favorisce i contadini locali.
Secondo informazioni raccolte da Politico, la Russia avrebbe inoltre inviato una lettera alla Commissione di coordinamento congiunto per l’Iniziativa per il grano sul Mar Nero, cioè la commissione che si occupa di supervisionare l’accordo, dicendo che il passaggio delle navi proseguirà soltanto fino al 18 maggio: come a dire che dopo quella data l’accordo potrebbe essere interrotto, e la marina russa comincerà a impedire ai cargo ucraini di uscire dai porti.
Non è chiaro se la Russia stia bluffando o meno.
Alcuni analisti ritengono che il regime di Putin stia cercando di ottenere più vantaggi dall’accordo, anche in considerazione del fatto che attorno al grano ucraino sono in corso in queste settimane varie polemiche anche in Europa.
Da quando è iniziata la guerra l’Ucraina ha cominciato a esportare via terra in Europa tutto il grano che non riusciva più a esportare via mare: il grano ucraino, più economico di quello degli altri paesi europei, ha creato gravi dissesti nei settori agricoli di Polonia, Ungheria e Slovacchia. A tal punto che questi tre paesi hanno imposto un divieto temporaneo di importazione di prodotti agricoli dall’Ucraina.