Per anni i cartografi svizzeri hanno nascosto disegni nelle mappe
Lo hanno fatto per scherzo e per evadere dalla routine: in alcuni casi l'ufficio topografico nazionale se n'è accorto dopo molto tempo
Fino a tre anni fa nella mappa svizzera del ghiacciaio di Aletsch, nei cantoni Berna e Vallese, si poteva osservare il disegno di una marmotta. Non era un effetto ottico dovuto alla morfologia delle montagne, come molti pensavano, ma lo scherzo di un cartografo. Paul Ehrlich, specializzato in disegni rocciosi, aveva realizzato la marmotta nel 2011, poco prima di andare in pensione. Aveva tentato diverse soluzioni prima di trovare un’illustrazione che non alterasse in modo evidente la realtà e con un soggetto legato all’ambiente circostante.
La marmotta non è un caso isolato: dagli anni Ottanta e fino a pochi anni fa diversi cartografi hanno nascosto un ragno, il volto di uomo, un escursionista, un pesce. Ora i disegni sono stati tutti rimossi, anche se le loro tracce sono rimaste negli archivi.
È noto che le mappe non siano una copia esatta della realtà, bensì proiezioni, rappresentazioni il più possibile realistiche della realtà che si vuole raffigurare. Prima dello sviluppo tecnologico e dell’utilizzo massivo di dati e di immagini satellitari, i cartografi rappresentavano il territorio aggiornando le vecchie mappe per seguire lo sviluppo edilizio o legato ai cambiamenti climatici, per esempio disegnando l’espansione di una città o la deviazione di un corso d’acqua. Come ha spiegato lo stesso ufficio federale di topografia della Svizzera, «durante questo lavoro può succedere, anche se molto raramente, che un cartografo, proprio come un artista o un grafico, si abbandoni all’immaginazione, nascondendo nelle sue opere disegni difficilmente riconoscibili, ma pur sempre legati al contesto ambientale».
In realtà in passato non era così raro trovare discrepanze nelle mappe, soprattutto per via di guerre e conflitti che hanno imposto ai cartografi di omettere o mascherare basi e depositi militari per evitare di dare informazioni ai nemici. Certi cartografi, inoltre, inserivano intenzionalmente errori come una sorta di marchio di copyright. Uno dei modi più utilizzati per evitare plagi è l’inserimento di strade inesistenti: fino a pochi anni fa sulle mappe di diverse città del Regno Unito (Norwich, Londra, Durham, Edimburgo e Birmingham, tra le altre) compariva un’inesistente Oxygen street, che se qualcuno avesse copiato sarebbe rimasta come segno distintivo del plagio.
I disegni fatti sulle mappe svizzere hanno una ragione meno istituzionale e più curiosa. Secondo Lorenz Hurni, professore di cartografia all’ETH di Zurigo, queste illustrazioni sono soltanto uno scherzo. Intervistato dal sito eyeondesign, Hurni ha detto che i cartografi sono persone che passano tutta la vita in una condizione di estrema concentrazione e per questo hanno trovato nei disegni un modo per trasgredire, per evadere dalla routine quotidiana.
Nel 2016 l’ufficio federale di topografia della Svizzera ha messo per un momento da parte la serietà che lo contraddistingue e dedicato un approfondimento a questi disegni, dopo anni in cui i suoi tecnici si erano dati da fare per individuarli e rimuoverli.
Da un’indagine fatta negli archivi storici è emerso che il primo dei disegni, almeno di quelli conosciuti, comparve all’inizio degli anni Ottanta. Era un ragno bianco posizionato a poca distanza dalla cima del monte Eiger, nella regione montuosa dell’Oberland. Il disegno del ragno era formato da un nevaio e fu disegnato dal cartografo Othmar Wyss. Venne cancellato verso la fine degli anni Ottanta, quando la mappa fu aggiornata.
È più comprensibile il disegno del volto di un uomo nella zona nordoccidentale della città di Interlaken, nella regione montuosa dell’Oberland Bernese, nella Svizzera centrale. Friedrich Siegfried, il cartografo che lo disegnò sulla carta numero 254, decise di indicare in questo modo una conformazione rocciosa conosciuta come Hardermannli, che ricorda appunto un volto. Secondo una leggenda locale, Hardermannli era un monaco che venne trasformato in pietra per punizione, dopo che aveva fatto morire una ragazza inseguendola e facendola cadere dalla montagna.
Sempre Siegfried è l’autore del disegno di un alpinista intento a scalare una montagna italiana non lontana dal lago di Cancano, in provincia di Sondrio. L’alpinista, spiega l’ufficio topografico svizzero, è stato utilizzato per coprire in modo artistico la mancanza di informazioni e dati da parte dei servizi geografici italiani. Il disegno è degli anni Novanta e in alcune edizioni attuali della mappa ufficiale, per esempio quella in scala 1:100 000, compare ancora oggi.
Negli anni Ottanta comparve anche un pesce nel lago di Remoray, in Francia, vicino al confine svizzero, non lontano da Losanna. I correttori di bozze non notarono subito il disegno perché si confondeva in modo efficace con la rappresentazione della zona paludosa del lago. Fu trovato e rimosso nell’edizione della mappa del 1989.