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  • Sabato 22 aprile 2023

Il “2 Nazioni + 4” del rugby femminile

L'Inghilterra domina da anni il Sei Nazioni femminile e solo la Francia si avvicina al suo livello: vuol dire che ci sarà una grande “finale”, ma è anche un problema

(AP Photo/Nicolas Mollo)
(AP Photo/Nicolas Mollo)
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Negli ultimi quattro anni il Sei Nazioni maschile di rugby è stato vinto da quattro squadre diverse: l’Inghilterra nel 2020 e poi il Galles, la Francia e quest’anno l’Irlanda. Solo due squadre, Scozia e Italia, non l’hanno vinto, ed è dal 2017 che un paese non vince due edizioni consecutive. Nel Sei Nazioni femminile, invece, è dal 2016 che a vincere sono solo l’Inghilterra e la Francia, l’unica squadra in grado di insidiare davvero il dominio inglese. Anche quest’anno, con due giornate ancora da giocare, Inghilterra e Francia sono in testa al torneo con tantissimi punti segnati e pochissimi subìti.

Da un lato c’è grande attesa per l’ultima giornata del torneo: il 29 aprile Inghilterra e Francia si giocheranno il titolo nello stadio Twickenham di Londra, in quella che sarà la partita di rugby femminile con più spettatori di sempre. Ma il fatto che il Sei Nazioni sia ormai quasi un “2 Nazioni + 4”, con Irlanda, Scozia, Galles e Italia pressoché rassegnate a giocarsi il terzo posto, è un problema sempre più evidente.

Perfino Simon Middleton, che dal 2015 è allenatore della Nazionale inglese femminile, ha detto che il torneo «non può andare avanti così». Middleton, che lascerà l’incarico alla fine del torneo, ha detto che «c’è bisogno di colmare il divario il prima possibile».

Una cosa non semplice visto come funziona il rugby (le difficoltà dell’Italia in quello maschile ne sono un ottimo esempio) e visto quanto sono migliorate negli ultimi anni Francia e Inghilterra, che già partivano da un livello più alto rispetto alla concorrenza. Le altre federazioni e squadre nazionali, invece, sono spesso più indietro sotto molti punti di vista: questo è per esempio il primo Sei Nazioni femminile in cui in tutte le Nazionali partecipanti è presente una qualche forma di professionismo sportivo.

A livello femminile il Sei Nazioni esiste dal 1996. Prima lo giocavano solo le squadre delle isole britanniche e c’è stato un periodo in cui al posto dell’Italia c’era la Spagna. Delle 27 edizioni disputate finora, l’Inghilterra ne ha vinti 18 e la Francia 6.

In particolare negli ultimi anni l’Inghilterra è stata pressoché imbattibile: prima di perdere, nel novembre del 2022, la finale dei Mondiali contro la Nuova Zelanda era arrivata a trenta vittorie consecutive. Middleton aveva parlato dell’ambizione di renderla «la miglior squadra al mondo tra tutti gli sport»: non solo di rugby, non solo femminile.

A questo Sei Nazioni l’Inghilterra è in gran parte quella stessa squadra, solo con una sconfitta in una finale dei Mondiali e le conseguenti necessità di rivalsa. Finora la strada dell’Inghilterra verso quello che sarebbe il quinto Sei Nazioni consecutivo è stata impeccabile: ha vinto 58-7 contro la Scozia, 68-5 contro l’Italia e 59-3 contro il Galles, con 31 mete segnate e solo due subìte, sempre in condizioni di controllo e in vantaggio.

(Dan Mullan/Getty Images)

Ai Mondiali dello scorso novembre la Francia era uscita dopo aver perso 25-24 contro la Nuova Zelanda in una semifinale avvincente in cui la francese Caroline Drouin aveva sbagliato negli ultimi secondi un calcio che avrebbe potuto essere decisivo.

(Andrew Cornaga/Photosport via AP)

Al Sei Nazioni è arrivata invece dopo un cambio di allenatori (Gaëlle Mignot e David Ortiz hanno preso il posto di Thomas Darracq e Annick Hayraud) e con una squadra in parte rinnovata. Fin qui anche la Francia ha vinto tre partite su tre, con 21 mete segnate e solo due subìte (oltre che con un punto di bonus in meno rispetto all’Inghilterra).

Nella quarta giornata, che si giocherà tra sabato e domenica, ci si attende che l’Inghilterra stravinca contro l’Irlanda (si prevede una differenza di almeno 50 punti) e che la Francia vinca con relativa facilità contro il Galles, cosa che renderebbe decisiva l’ultima partita del torneo, in vista della quale sono già stati venduti più di 50mila biglietti: già più di quelli della finale dei Mondiali di novembre, che a sua volta aveva rappresentato un record di spettatori per una partita di rugby femminile.

(Stu Forster/Getty Images)

In tutto ciò è evidente come alle altre non resti altro che giocarsi il terzo posto. L’Italia, peraltro, non ha avuto un inizio semplice, visto che ha debuttato con la Francia, riuscendo a tenerle testa a lungo, per poi giocare con l’Inghilterra. Visto il calendario e le prestazioni avute fin qui, l’Italia è però una delle due squadre con le maggiori possibilità di arrivare al terzo posto: l’altra è il Galles. È quindi probabile che se l’Italia dovesse battere la Scozia nella quarta giornata, nella quinta e ultima giornata Irlanda e Scozia, finora entrambe a zero punti, finiranno per giocarsi il cucchiaio di legno, il premio metaforico che spetta all’ultima classificata.

Il terzo posto non ha inoltre solo un significato simbolico. Permetterà infatti di finire nel girone principale dei tre che comporranno il World Rugby WXV, un torneo intercontinentale per squadre Nazionali femminili di rugby che inizierà in autunno.

Per quanto riguarda invece la “finale” del Sei Nazioni tra Inghilterra e Francia, i precedenti sono tutti dalla parte dell’Inghilterra: la sua ultima sconfitta contro la Francia fu nel 2018 e da allora ha vinto i successivi 11 confronti.

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