Twitter ha rimosso tutte le etichette dei «media affiliati» agli stati
Erano usate dal 2020 per contrastare la disinformazione da parte di regimi autoritari e paesi non democratici
Giovedì Twitter ha rimosso le etichette che descrivevano come «affiliati a uno stato» diversi account di media di stato di regimi autoritari o di paesi non democratici. Allo stesso tempo, ha rimosso le etichette che descrivevano altri media pubblici occidentali come «finanziati dal governo»: queste ultime erano state aggiunte nelle ultime settimane, tra grosse polemiche.
Tra i media di regimi autoritari coinvolti ci sono l’account di Xinhua News, l’agenzia di stampa statale della Cina, e quelli dei siti russi Sputnik e Russia Today, noti per fare propaganda al governo del presidente russo Vladimir Putin. Twitter aveva iniziato a usare queste etichette nell’agosto del 2020, con l’obiettivo di aumentare la trasparenza sul social network e contrastare la disinformazione.
Da tempo tuttavia il nuovo proprietario di Twitter, l’imprenditore Elon Musk, aveva fatto capire che riteneva non adeguate quelle etichette. Musk si definisce sostenitore di un’accezione estrema della libertà d’espressione, e per questo in più di un’occasione aveva fatto capire di essere contrario alle etichette che definivano i media di propaganda come tali. In realtà, lui stesso ha violato in più di un’occasione la libertà di espressione di alcuni gruppi di utenti di Twitter, e consentito la diffusione di disinformazione sul social network.
Alla fine giovedì, contestualmente alla rimozione delle cosiddette “spunte blu”, Twitter ha cominciato a rimuovere tutte le etichette che definivano la natura delle aziende d’informazione.
Assieme alle etichette dei media «affiliati a uno stato», Twitter ha rimosso anche quelle delle «testate finanziate dal governo». Quest’ultima definizione era stata aggiunta soltanto da un paio di settimane – dopo notevoli polemiche – ed era stata applicata ad account di siti d’informazione pubblici di paesi occidentali, tra cui la tv pubblica britannica BBC, la tv pubblica statunitense PBS e il network di radio statunitense NPR.
Questi avevano protestato vivacemente contro la decisione, giudicando sbagliato mettere sullo stesso piano servizi radiotelevisivi pubblici di paesi democratici con media di paesi dove non c’è libertà d’informazione. NPR e PBS avevano deciso di lasciare Twitter. Venerdì Elon Musk ha motivato questa decisione in una mail inviata a NPR, dicendo che gli è stata suggerita dal giornalista americano Walter Isaacson, noto tra le altre cose per aver scritto una popolare biografia di Steve Jobs e che ora sta lavorando a una biografia di Musk.