• Articolo sponsorizzato
  • Venerdì 21 aprile 2023

’Ndrangheta, femminile singolare

Custodire l'onore e bilanciare la violenza maschile: è il ruolo assegnato in questa organizzazione criminale alle donne, come racconta "Le Onorate", podcast di Stefano Nazzi e Anna Sergi

Francesco Colella (Carlo Cosco) e Gaia Girace (Denise Cosco) in una scena della serie "The Good Mothers" (Ⓒ2022_ Wildside s.r.l. – House productions LTD_ph.Claudio Iannone)
Francesco Colella (Carlo Cosco) e Gaia Girace (Denise Cosco) in una scena della serie "The Good Mothers" (Ⓒ2022_ Wildside s.r.l. – House productions LTD_ph.Claudio Iannone)
Caricamento player

Secondo le testimonianze dei pentiti, l’affiliazione alla ’ndrangheta avviene attraverso un rito in cui i nuovi membri giurano su un santino di San Michele Arcangelo, il protettore dell’organizzazione. C’è però anche un’altra figura cara alle famiglie ’ndranghetiste, la Madonna di Polsi: il suo santuario, a San Luca, in una valle nell’Aspromonte, è un luogo di incontro per le famiglie dell’organizzazione. Queste due figure religiose possono essere considerate come simboliche dell’importanza nella ’ndrangheta tanto degli uomini quanto delle donne.

Secondo diversi studiosi della ’ndrangheta, come Anna Sergi, docente in criminologia all’Università dell’Essex, anche se le donne non posso affiliarsi all’organizzazione l’espressione con cui vengono definite – “donne d’onore” – chiarisce la loro importanza per la vita e la sopravvivenza della società criminale: l’onore è infatti il valore fondamentale per la morale della ’ndrangheta e la donna, pudica e onorata, è considerata la custode, all’interno della famiglia, di questo valore, che deve trasmettere a figli. Sempre secondo Sergi il femminile, inteso come cura degli affetti, ha inoltre nella ’ndrangheta anche una funzione di bilanciamento dell’autoritarismo e della violenza maschile. Si tratta di un ruolo però, quello di garanzia dell’onorabilità e di normalizzazione degli eccessi maschili, che le donne svolgono pressoché nell’invisibilità.

Il rapporto fra femminile e criminalità organizzata è il tema di Le onorate. Donne dentro e contro la ’ndrangheta, un podcast del Post in tre puntate scritto, curato e condotto da Stefano Nazzi (giornalista del Post e autore e voce di Indagini) insieme proprio a Anna Sergi. Nazzi e Sergi raccontano le donne dentro alla ’ndrangheta, quelle appunto invisibili, ma anche di quelle che sono uscite dall’invisibilità e hanno collaborato con la giustizia per combattere l’organizzazione. Nel podcast viene affrontato  anche un altro aspetto del rapporto fra femminile e ’ndrangheta, cioè il lavoro delle magistrate che combattono le mafie spesso cercando di fare leva sulla condizione di sudditanza delle donne all’interno delle organizzazioni.

Le Onorate è stato prodotto in collaborazione con Disney+ in occasione dell’uscita della serie originale The Good Mothers, disponibile dal 5 aprile. Con questa serie basata su una storia vera Disney+ amplia la propria offerta di contenuti rivolti a un pubblico adulto. 

La serie racconta la ’ndrangheta dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla. È tratta dall’omonimo libro non-fiction del giornalista statunitense Alex Perry, pubblicato nel 2018, basato sulle storie di Maria Concetta Cacciola, Giuseppina Pesce, Lea Garofalo e sua figlia Denise Cosco.

The Good Mothers è diretta da Julian Jarrold ed Elisa Amoruso ed è stata sceneggiata da Stephen Butchard. Nel cast Gaia Girace (Denise Cosco), Valentina Bellè (Giuseppina Pesce), Barbara Chichiarelli (Anna Colace), Francesco Colella (Carlo Cosco), Simona Distefano (Maria Concetta Cacciola), Andrea Dodero (Carmine) e Micaela Ramazzotti (Lea Garofalo). A febbraio del 2023 ha vinto il premio come miglior serie nella sezione Berlinale Series al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.