Le sanzioni alla Juventus dovranno essere riformulate
Il Collegio di garanzia del CONI ha chiesto di rivedere l’entità del giudizio e quindi della penalità in classifica, che nel frattempo verrà rimossa
Il Collegio di garanzia del CONI, ultimo grado della giustizia sportiva italiana, ha chiesto che le sanzioni alla Juventus vengano riformulate. Il Collegio non ha trovato difetti nell’operato dalla Corte d’Appello della Federcalcio (FIGC) che lo scorso gennaio aveva punito la Juventus per il caso delle cosiddette plusvalenze false. Allo stesso tempo ha però accolto i ricorsi contro le sanzioni ad alcuni ex dirigenti e membri del consiglio d’amministrazione (tra cui Pavel Nedved e Paolo Garimberti) e per questo ha ordinato un nuovo giudizio. I ricorsi contro le sanzioni ad Andrea Agnelli (ex presidente), Fabio Paratici e Federico Cherubini (ex direttori sportivi) sono stati invece respinti.
In attesa di ciò, la Juventus riavrà i 15 punti che le erano stati tolti a gennaio, passando dall’attuale settima posizione in classifica alla terza. Il nuovo procedimento della Corte d’Appello della FIGC — che avrà una composizione diversa da quella dell’ultima sentenza — non inizierà prima di maggio.
A gennaio la Corte aveva ritenuto «gravi, ripetute e prolungate» le violazioni contenute negli elementi che erano emersi durante indagini parallele della giustizia ordinaria sui bilanci della Juventus, gli stessi che avevano spinto la procura della FIGC a chiedere la riapertura di un processo sportivo che era già passato in giudicato a maggio del 2022 con un proscioglimento per insussistenza delle accuse.
Sempre secondo la Corte d’Appello, il consiglio d’amministrazione del club avrebbe «condiviso, o quanto meno sopportato, la violazione dei principi sportivi». La sanzione aveva quindi tenuto conto «della particolare gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione dimostrata», ossia gli scambi sistematici di giocatori a prezzi ritenuti non congrui al loro valore per sistemare artificiosamente i bilanci.
La Juventus aveva definito le motivazioni della sentenza «illogiche e infondate» e aveva presentato subito ricorso al Collegio di Garanzia, che poteva solo confermare, annullare o far riformulare la sentenza, non modificarla nel merito. Il club, nel frattempo rappresentato da una nuova dirigenza, chiedeva l’annullamento.
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