In Sudan, nonostante la tregua, stanno continuando gli scontri tra esercito e paramilitari
In Sudan, nonostante la tregua di 24 ore, sono continuati gli scontri tra esercito e paramilitari per il controllo del paese. I combattimenti si stanno svolgendo in particolare nella capitale Khartum, ma anche in altre zone del paese. I due gruppi che stanno combattendo sono guidati rispettivamente da Abdel Fattah al Burhan e Mohamed Hamdan Dagalo, presidente e vicepresidente della giunta che governa il paese. Avevano concordato una tregua di 24 ore, a partire dalle 18, per permettere di evacuare i feriti e i civili dai luoghi in cui si sono concentrati gli scontri, che proseguono con grande violenza da giorni, e per consentire alle persone di ricevere dei rifornimenti. Mancano infatti cibo e acqua.
Anche se i combattimenti dovessero terminare nelle prossime ore, è improbabile che i residenti abbiano abbastanza tempo per ricevere l’assistenza di cui hanno bisogno. La Croce Rossa ha fatto sapere di aver ricevuto numerose richieste di aiuto, soprattutto da parte di persone intrappolate nelle loro case. Finora sono morte quasi 200 persone, e più di 1.800 sono state ferite.
Il Sudan è un enorme paese che si trova immediatamente a sud dell’Egitto e che è strategico per varie ragioni sia politiche sia militari. Tra le altre cose, è uno dei principali luoghi di partenza dei flussi migratori che dall’Africa subsahariana arrivano alla Libia per poi imbarcarsi nel Mediterraneo.
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