Dieci membri delle forze di difesa aerea iraniane sono stati condannati a diversi anni di carcere per aver abbattuto un aereo di linea ucraino nel 2020
Dopo venti udienze giudiziarie e indagini approfondite durate tre anni, la magistratura iraniana ha condannato dieci membri delle forze di difesa aerea nazionali a un numero di anni di carcere che va da uno a 13 per il loro coinvolgimento nell’abbattimento di un aereo passeggeri ucraino avvenuto vicino a Teheran l’8 gennaio del 2020.
Il sito della magistratura iraniana non ha pubblicato i nomi dei condannati, ma si sa che il principale imputato nel processo, definito come “il comandante del sistema di difesa Tor M-1”, è stato condannato a tre anni di carcere per l’omicidio colposo dei 176 passeggeri e dell’equipaggio a bordo del volo Ukraine International Airlines PS752, a cui si aggiungono altri 10 anni di carcere per aver ignorato il protocollo e per «l’entità delle conseguenze delle sue azioni».
L’aereo era stato abbattuto da un’unità del Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane pochi minuti dopo essere decollato dall’aeroporto internazionale Imam Khomeini di Teheran la mattina dell’8 gennaio 2020. In quei giorni l’Iran aveva lanciato numerosi missili balistici verso obiettivi americani in due basi militari irachene, come ritorsione per l’uccisione del generale iraniano Qassem Suleimani, morto la settimana prima in un bombardamento statunitense a Baghdad, in Iraq.
L’Iran aveva inizialmente sostenuto che l’aereo ucraino si fosse schiantato a causa di problemi tecnici. Poi, giorni dopo, aveva cambiato versione e aveva ammesso che le proprie forze di sicurezza avevano sparato due missili contro l’aereo identificandolo erroneamente come un «obiettivo ostile».