Una corte d’appello marocchina ha aumentato le pene inflitte a tre uomini che per mesi avevano abusato di una bambina di 11 anni

 Proteste fuori dal tribunale di Rabat per la sentenza di primo grado sui tre stupratori di S., 5 aprile 2023 (AP Photo)
Proteste fuori dal tribunale di Rabat per la sentenza di primo grado sui tre stupratori di S., 5 aprile 2023 (AP Photo)

La Corte d’Appello di Rabat, Marocco, ha aumentato le pene dei tre uomini che per mesi avevano abusato di una bambina di 11 anni, che dopo le violenze subite era rimasta incinta e che aveva partorito all’età di 12 anni. In primo grado uno dei tre uomini era stato condannato a due anni di carcere, gli altri due a diciotto mesi: la Corte d’Appello ha portato ora le condanne a vent’anni per uno e a dieci anni ciascuno per gli altri due.

Il codice penale marocchino prevede pene ben superiori per i reati sessuali contro minori, fino a trent’anni, ma lascia anche ai giudici la piena discrezionalità nell’applicare le circostanze attenuanti. La sentenza di primo grado aveva dunque causato ampie proteste nel paese. Molte associazioni, movimenti, accademiche e intellettuali si erano mobilitate per chiedere la revisione della sentenza sugli stupratori e denunciare il fatto che la «leggerezza» delle pene tende a caratterizzare i casi di violenza sessuale commessa su donne e minori.

– Leggi anche: La sentenza per lo stupro di una bambina di 11 anni contro cui si protesta in Marocco

All’uscita dal tribunale, Abdelfattah Zahrach, avvocato della bambina identificata solo con l’iniziale S., ha detto di essere soddisfatto del verdetto, ma ha aggiunto di non aver compreso perché «due degli imputati abbiano ricevuto solo dieci anni ciascuno». Sta dunque valutando il ricorso in Cassazione. Gli imputati, di 25, 32 e 37 anni, sono stati condannati anche a pagare un risarcimento pari a 140mila dirham (più di 12.500 euro) mentre in primo grado erano stati condannati a pagare 50mila dirham (4.500 euro). Il verdetto della Corte d’Appello è arrivato dopo un’unica udienza in cui l’accusa aveva chiesto per i tre imputati la pena massima, trent’anni.