Chi era Anne Perry

È morta la scrittrice britannica di polizieschi famosa tanto per i suoi libri quanto per aver partecipato all'omicidio della madre della sua migliore amica

(EPA/MARTA PEREZ)
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La scrittrice britannica di polizieschi Anne Perry è morta il 10 aprile a Los Angeles: aveva 84 anni e si trovava in ospedale dopo che, lo scorso dicembre, aveva avuto un infarto. I suoi libri hanno venduto più di 26 milioni di copie in tutto il mondo, ma Anne Perry è conosciuta anche per un’altra vicenda: quando aveva quindici anni partecipò all’omicidio della madre della sua migliore amica. Era il 22 giugno del 1954 e si trovava in Nuova Zelanda.

Il vero nome di Anne Perry era Juliet Marion Hulme. Era nata a Londra il 28 ottobre del 1938 e fino all’età di 13 anni aveva vissuto tra i Caraibi e il Sudafrica dove la madre, Hilda Marion Reavley Hulme, consulente matrimoniale, e il padre, il fisico britannico Henry Rainsford Hulme, l’avevano mandata sperando che le temperature più miti l’avrebbero aiutata a riprendersi dalla tubercolosi che aveva contratto a otto anni.

Nel 1952, a quattordici anni, Juliet si riunì con la famiglia, questa volta a Christchurch, in Nuova Zelanda, dove il padre si era trasferito per lavoro diventando il rettore del Canterbury University College. Nella sua nuova scuola Juliet Hulme strinse una forte amicizia con Pauline Parker, che aveva un anno più di lei. Quando i coniugi Hulme divorziarono e Juliet Hulme capì che avrebbe dovuto trasferirsi in Sudafrica, escogitò insieme all’amica un piano per farla andare con lei. Poiché la madre di Parker era contraria a far partire la figlia le due decisero di ucciderla.

Honora Mary Parker, madre di Pauline, fu uccisa in un parco pubblico, colpita alla testa per venti volte con un mezzo mattone infilato dentro a una calza. Il caso, un omicidio che era anche un matricidio e che era stato commesso da due ragazzine probabilmente coinvolte in una relazione romantica, o almeno così si pensò all’epoca, fu molto raccontato dai giornali del paese, e non solo.

Il processo fu molto seguito e si scoprì che le due ragazze avevano pianificato l’omicidio proprio nel tentativo di evitare di essere separate. In alcune interviste successive, Hulme ha comunque negato di essere stata sentimentalmente legata all’amica, riconoscendo però che quella loro relazione avesse una natura ossessiva.

La condanna di Parker e Hulme sul Press, quotidiano pubblicato a Christchurch, in Nuova Zelanda, 30 agosto 1954

Quando commisero l’omicidio Parker e Hulme erano due adolescenti e ottennero una pena inferiore a quella prevista per gli adulti: cinque anni di carcere, che passarono in prigioni separate. Il tribunale stabilì anche che le due non dovessero più incontrarsi. Se avessero violato l’ordine, sarebbero tornate in prigione e avrebbero scontato l’ergastolo.

Una volta libera, Juliet Hulme cambiò il suo nome e cognome in Anne Perry, prendendo il cognome dell’uomo con cui la madre si era nel frattempo risposata. Lasciò la Nuova Zelanda e lavorò per un po’ come commessa, assistente di volo, segretaria e assicuratrice. Aderì alla Chiesa mormone e poi si trasferì in un piccolo paese della Scozia. Come fantasticava fin dai tempi della scuola, divenne una scrittrice.

Pubblicò il suo primo romanzo nel 1979. Si intitolava The Cater Street Hangman (Il boia di Cater Street), era ambientato nel 1881, in epoca vittoriana, e fu anche il primo poliziesco di una lunga serie. Scrisse altre decine di libri, tra cui la serie sull’investigatore privato affetto da amnesia William Monk. I suoi ultimi lavori hanno come protagonista Elena Standish, una spia dell’MI6 durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1998, quando il Times nominò i 100 maestri e maestre del crimine, Anne Perry venne inclusa nella lista insieme ad Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Nel 2000 il suo racconto breve Heroes, ambientato nelle trincee della Prima guerra mondiale, vinse l’Edgar Allan Poe Award, un premio americano dedicato alle migliori opere di genere giallo, horror e thriller.

Anne Perry si trasferì a Los Angeles nel 2017. Parlando dell’omicidio della madre dell’amica, ha sempre riconosciuto la sua colpevolezza e si è scusata, ma ha anche detto che aveva avuto paura che se non avesse accettato il piano l’amica si sarebbe suicidata. Nel documentario dedicato a Perry, Interiors, del 2009, prodotto in Germania, parlando dell’omicidio Perry dice: «Alla fine, chi sono io? Sono qualcuna di cui ci si può fidare? Sono qualcuna che è compassionevole, gentile, paziente, forte?» Cita poi altre sue qualità: coraggio, onestà e l’essere premurosa. «Se ora sei quel tipo di persona, e se hai fatto qualcosa di brutto in passato, ovviamente significa che sei cambiata», aggiungendo infine che quello che conta è la persona che sei diventata.


La storia di Perry fu raccontata nel film del 1994 Heavenly Creatures (Creature del cielo) del regista Peter Jackson, in cui la giovane Hulme viene interpretata da Kate Winslet.