Il Washington Post ha scritto che l’Egitto avrebbe pianificato in segreto di inviare 40mila razzi alla Russia
Il Washington Post ha ottenuto un documento riservato dell’intelligence americana che parla dell’intenzione del governo egiziano di produrre e inviare 40mila razzi alla Russia. Il documento fa parte di un gruppo di documenti riservati statunitensi finiti online nei giorni scorsi, che contengono soprattutto informazioni relative alla guerra in Ucraina. Quello ottenuto dal Washington Post, che finora non era stato pubblicato, risale al 17 febbraio e cita una conversazione che il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi avrebbe avuto con alcuni importanti funzionari dell’esercito.
L’Egitto è uno dei principali alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente, e riceve ogni anno più di un miliardo di dollari in aiuti militari dal governo statunitense. Ma negli ultimi anni le relazioni tra i due paesi sono peggiorate, in particolare durante l’amministrazione del presidente Joe Biden che ha più volte sollevato il problema dell’autoritarismo del regime di al Sisi. Dal 2014, cioè da quando in Egitto è al potere al Sisi, il paese ha notevolmente incrementato la sua produzione militare: tra le varie armi che è in grado di produrre ci sono i razzi di tipo Sakr, costruiti sul modello dei BM-21 di epoca sovietica. Nel documento ottenuto dal Washington Post si cita una conversazione in cui al Sisi dice di voler aumentare la produzione dei razzi Sakr-45, che hanno una gittata di 45 chilometri: non specifica se sia quello il modello destinato alla Russia, anche se è plausibile che sia così dato che è un tipo di razzo compatibile con i lanciarazzi in dotazione all’esercito russo.
Un funzionario del governo degli Stati Uniti, parlando a condizione di anonimato, ha detto al Washington Post che al momento non ci sono indicazioni che il piano descritto nel documento sia stato eseguito e che la produzione di razzi sia cominciata.