La Cina ha iniziato tre giorni di esercitazioni intorno a Taiwan in risposta alla visita della presidente taiwanese Tsai Ing-wen negli Stati Uniti
Sabato mattina l’esercito cinese ha iniziato tre giorni di esercitazioni militari inviando 71 aerei da combattimento e otto navi da guerra nello spazio aereo e nelle acque territoriali di Taiwan, un’isola che si governa in maniera indipendente da oltre settant’anni ma che la Cina considera parte del suo territorio. I media statali cinesi hanno affermato che durante le esercitazioni militari «verranno organizzati contemporaneamente pattugliamenti e avanzate intorno all’isola di Taiwan, assumendo una posizione di accerchiamento e deterrenza a tutto tondo».
Le esercitazioni sembrano una risposta diretta alla visita della presidente di Taiwan Tsai Ing-wen negli Stati Uniti e al suo incontro con il presidente della Camera statunitense Kevin McCarthy.
L’esercito cinese invia aerei e navi nello spazio aereo e marittimo attorno a Taiwan quasi quotidianamente da anni, ma dallo scorso agosto ha aumentato la frequenza degli attraversamenti del confine di fatto con Taiwan.
Pur governandosi in maniera indipendente da oltre 70 anni, Taiwan non è riconosciuta da gran parte della comunità internazionale, e la Cina la considera parte del suo territorio, interpretando di conseguenza qualsiasi azione in cui si pone o viene trattata come uno stato indipendente – come la visita della propria presidente a uno stato occidentale – come una minaccia alla propria autorità.