La prima aggressione mortale di un orso in Italia
È avvenuta mercoledì sera in Trentino: Andrea Papi è stato colpito a collo, torace e braccia mentre tornava da una corsa in montagna
Andrea Papi, un ragazzo di 26 anni di Caldes, in provincia di Trento, è stato ucciso mercoledì sera da un orso, incontrato nei boschi della zona mentre stava tornando da un’escursione sul monte Peller. Il suo corpo era stato ritrovato nella notte fra mercoledì e giovedì dopo alcune ore di ricerche e aveva segni compatibili con l’aggressione di un orso. L’autopsia ha dato la conferma ufficiale delle cause della morte e ha anche ricostruito che il ragazzo ha tentato di fuggire e di difendersi.
È la prima aggressione mortale di un orso in Italia: nonostante solo un mese fa sempre in Trentino si sia verificata un’altra aggressione da parte di un orso a un uomo di 39 anni (Alessandro Cicolini, ferito a braccia e testa), queste non sono comuni. In Italia in precedenza ne erano state registrate sette in 150 anni. Negli ultimi tempi però gli orsi sono vissuti come una minaccia dagli abitanti del Trentino e in particolare della val di Sole. In questa regione gli orsi bruni sono stati reintrodotti tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila a partire da dieci esemplari sloveni grazie a Life Ursus, un progetto finanziato dall’Unione Europea (in precedenza erano stati portati all’estinzione a causa della caccia).
Andrea Papi era un appassionato di corsa in montagna e aveva compiuto spesso il tragitto che da casa lo portava alla malga Grum (1.525 metri) sul monte Peller, che fa parte delle Dolomiti di Brenta e che divide la val di Non e la val di Sole. Mercoledì pomeriggio era arrivato alla malga e intorno alle 18 stava tornando di corsa verso Caldes quando, secondo le ricostruzioni, ha incontrato l’orso, uno dei venti che vivono in quella zona (sono oltre cento quelli in Trentino). L’incontro è stato probabilmente improvviso, dopo una curva, e l’animale spaventato lo ha attaccato subito. I pantaloncini e la maglietta del ragazzo sono stati trovati lontani dal corpo, così come è stato trovato un bastone con tracce di sangue, probabilmente utilizzato nel tentativo di difendersi.
La madre e la fidanzata di Papi hanno dato l’allarme in serata, non vedendolo rientrare. Le ricerche sono partite subito e hanno coinvolto il soccorso alpino e i vigili del fuoco: quasi cento uomini, con i cani da ricerca della Guardia di finanza e della Croce rossa. Intorno alle tre di notte il corpo è stato ritrovato: presentava graffi, segni di un morso al braccio, ferite profonde al torace e al collo. Quest’ultima è stata, secondo l’autopsia, quella letale.
La procura di Trento ha aperto un fascicolo senza notizia di reato e si è affidata a un collegio di tre periti (un anatomopatologo, uno specialista in DNA e un veterinario) per effettuare l’autopsia. Sono stati compiuti anche test genetici su campioni organici appartenenti all’orso per poter identificare l’esemplare, che poi dovrebbe essere catturato e abbattuto. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti ha infatti firmato un’ordinanza che prevede la cattura e l’abbattimento dell’orso in seguito al riconoscimento genetico.
Gli orsi bruni del Trentino sono quasi tutti schedati, monitorati e classificati in base alla relativa “problematicità”, ossia la tendenza a avvicinarsi a zone abitate dall’uomo. Dopo l’ultima aggressione, quella di inizio marzo, l’orso era stato identificato in un esemplare di 18 anni, chiamato MJ5. Già in quella occasione il presidente della Provincia autonoma di Trento aveva lasciato intendere la volontà delle autorità di abbatterlo, scatenando anche numerose proteste: l’orso comunque non è ancora stato catturato.
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In passato l’associazione ambientalista WWF aveva indicato delle regole da seguire per evitare incontri con gli orsi durante le escursioni in montagna o per gestirli al meglio: restare sui sentieri; parlare a voce alta; tenere il proprio cane al guinzaglio; non avvicinarsi alla fauna selvatica, nemmeno per scattare una fotografia; non lasciare cibo a disposizione degli animali; restare fermi o allontanarsi lentamente in caso di incontro ravvicinato, e non colpire gli animali.
Alcune di queste regole sono state applicate in modo ammirevolmente efficace dal ragazzino che nel maggio 2020 è stato filmato mentre si allontanava da un orso, sempre in provincia di Trento. Le regole, spiega il WWF, dovrebbero essere seguite in modo particolare nelle zone in cui sono presenti orse con cuccioli. Le autorità da parte loro dovrebbero occuparsi di segnalare adeguatamente queste zone.