Il particolare caso di gestazione per altri di cui si sta discutendo in Spagna
L'attrice 68enne Ana Obregón ha avuto una bambina in Florida usando lo sperma congelato del figlio morto nel 2020 e un ovulo donato
Da una settimana in Spagna si discute animatamente, sui media e anche in parlamento, del caso di Ana Obregón, attrice 68enne piuttosto famosa nel paese, che ha avuto una figlia facendo ricorso alla gestazione per altri (gpa), nota anche come “maternità surrogata” o, in senso più dispregiativo, “utero in affitto”. La bambina di Obregón è nata in Florida da una madre che ha portato avanti la gravidanza a pagamento dopo essersi fatta inseminare artificialmente. Negli Stati Uniti questa pratica è legale, mentre in Spagna la legge non permette che una gravidanza venga portata avanti da una persona per conto di altri, né in cambio di un compenso economico né su base volontaria (come anche in Italia). Il riconoscimento all’anagrafe dei genitori di bambine e bambini nati in questo modo all’estero, invece, è tendenzialmente possibile.
Il caso di Obregón però è considerato particolarmente controverso per diversi motivi. Inizialmente era finito su tutti i giornali spagnoli per l’età avanzata della donna, che aveva anche ricevuto violenti attacchi sui social, e perché aveva riaperto il dibattito politico sulla gpa. Ma ha raggiunto maggiori dimensioni dopo che in un’intervista alla rivista Hola! l’attrice ha raccontato che sua figlia è stata concepita a partire dallo sperma di suo figlio, Aless Lequio, morto di cancro nel 2020, per rispettare il desiderio da lui espresso di diventare padre. Lequio aveva congelato i suoi gameti prima della chemioterapia – una pratica comune tra le persone che si sottopongono a trattamenti di questo tipo – e insieme a questi è stato usato l’ovulo di una donatrice.
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«Legalmente è mia figlia, e così viene indicato sul suo passaporto. La registrerò presso il consolato spagnolo e così potrò portarla a casa», ha detto Obregón, che ha anche detto di non volerle nascondere l’identità del padre biologico. «Le dirò: ‘Tuo papà è in cielo e che tu arrivassi era ciò che più desiderava al mondo, e tua mamma è una donatrice, e basta. Che problema c’è?”», ha detto l’attrice, che intende scrivere un libro al riguardo.
La storia ha generato molti dubbi e discussioni in Spagna, ma non è unica nel suo genere. Negli Stati Uniti, che sono uno dei paesi in cui è più frequente che vadano le persone che vogliono fare ricorso alla gestazione per altri, è già successo che dei genitori abbiano utilizzato lo sperma congelato dei propri figli deceduti per avere un nipote con la gpa. Nel 2018 l’aveva fatto anche una coppia britannica il cui il figlio era morto in un incidente in moto, perché «volevano disperatamente un erede»: in quel caso, si erano recati negli Stati Uniti perché nel Regno Unito – dove la gpa è legale – è obbligatorio avere il consenso scritto del donatore di sperma per poter avviare il processo. E nel 2019 la Corte suprema statunitense aveva dichiarato che è lecito avere un nipote attraverso una “madre surrogata”, dopo che i genitori di un cadetto dell’accademia militare morto all’età di 21 anni in un incidente sugli sci avevano usato lo sperma congelato del figlio per concepire un bambino.
Nel caso di Obregón, l’attrice dice di aver ottenuto il consenso orale del figlio a usare il suo sperma nei giorni prima della morte, ma anche di essere in possesso di un documento scritto e legale che lo attesta. È molto probabile che nei documenti spagnoli la bambina risulti comunque figlia di Obregón, che biologicamente ne sarebbe la nonna: non è possibile invece che l’attrice venga riconosciuta sia come madre che come nonna perché il codice civile spagnolo stabilisce che non è possibile adottare un discendente o un parente di secondo grado della linea collaterale per consanguineità o affinità. Una nonna potrebbe essere la tutrice legale di suo nipote, ma non diventarne legalmente la madre.
In Spagna la maternità surrogata è una pratica dichiarata illegale dalla legge 14/2006 e una legge dello scorso febbraio ha rafforzato l’illegalità all’articolo 32 promuovendo l’eliminazione di «qualsiasi tipo di pubblicità finalizzata alla mercificazione della salute riproduttiva da parte di terzi, in violazione della dignità della donna».