L’ex allenatrice e il nuovo allenatore della Francia femminile di calcio
Hervé Renard arriva dagli ottimi risultati ottenuti in giro per il mondo, ma con nazionali maschili, e prende il posto di Corinne Diacre, esonerata dopo un ammutinamento
Hervé Renard, ex allenatore dell’Arabia Saudita che ai Mondiali aveva battuto l’Argentina, è il nuovo allenatore della Nazionale femminile francese di calcio. Renard, la cui nomina era data per certa da alcuni giorni, prende il posto di Corinne Diacre, che dopo aver allenato la Francia agli ultimi Mondiali ed Europei è stata esonerata con grandi polemiche sulla sua gestione. Per Renard, un cosiddetto allenatore giramondo, in genere molto apprezzato dai suoi giocatori, sarà la prima esperienza con una squadra femminile, peraltro ritenuta tra le migliori al mondo, che tra poco più di cento giorni giocherà i Mondiali e che nel 2024 avrà le Olimpiadi in casa.
Allo stesso tempo la Francia femminile è anche una squadra in crisi, per giunta guidata da una federazione gestita ad interim dopo le dimissioni del suo decennale presidente, Noël Le Graët. Negli ultimi tempi ha dato l’impressione di essere piuttosto logorata dagli anni passati con Diacre e terminati tra esclusioni e ammutinamenti, e la capitana che si è detta preoccupata per la sua «salute mentale».
Prima di allenare, Diacre era stata una calciatrice di un certo rilievo con oltre cento presenze in Nazionale. Si parlò di lei soprattutto quando, nel 2014, divenne la prima donna ad allenare una squadra professionistica maschile francese: il Clermont, dove restò per tre stagioni nella seconda divisione nazionale, la Ligue 2.
Lasciò l’incarico nel 2017, quando fu scelta come nuova allenatrice della Francia femminile, che nei dieci anni precedenti aveva avuto solo allenatori maschi. Ai Mondiali del 2019 giocati in casa la sua Francia fu eliminata ai quarti di finale dagli Stati Uniti, che poi vinsero il torneo. Agli Europei del 2022 era invece uscita in semifinale contro la Germania. Quest’ultima eliminazione in particolare era stata piuttosto deludente, perché la qualità delle giocatrici era alta e una vittoria sembrava possibile.
Le critiche ricevute da Diacre in questi anni hanno riguardato i sistemi di gioco e i criteri di scelta delle giocatrici, ma soprattutto gli evidenti problemi relazionali e comunicativi legati al suo rapporto con il gruppo e in particolare con alcune giocatrici piuttosto influenti.
Già nel 2020, per esempio, la portiera titolare Sarah Bouhaddi disse, dopo aver annunciato il ritiro dalla Nazionale, che secondo lei era «impossibile» pensare di poter vincere un trofeo con Diacre allenatrice, aggiungendo che così la pensavano anche altre compagne coinvolte in «un ambiente molto, molto negativo». Altre parlarono già allora di un contesto caotico e del timore diffuso di confrontarsi con Diacre.
Già negli anni precedenti alcuni suoi ex calciatori al Clermont avevano parlato di una gestione dittatoriale e l’avevano definita «un personaggio che esaspera la sua parte». Pare che qualche suo ex calciatore avesse inoltre preso l’abitudine di soprannominarla “Attila”.
Nei suoi anni da allenatrice della Francia, per Diacre le cose sono andate quindi peggiorando con una quantità di critiche e prese di posizione che è difficile vedere, specie se rivolte a una persona che ancora mantiene il suo incarico. È significativo, inoltre, che nei suoi anni da allenatrice della Francia Diacre abbia cambiato tre vice.
Quello che si è rivelato essere un punto di non ritorno è arrivato a febbraio, quando Wendie Renard, leader della Francia e del Lione, aveva detto che non avrebbe giocato i Mondiali se ad allenare fosse stata Diacre; una posizione presa poi da altre due calciatrici del Paris Saint-Germain: Marie-Antoinette Katoto e Kadidiatou Diani. Renard — che non ha alcun legame di parentela con il nuovo allenatore — aveva parlato da capitana della Francia, un ruolo che Diacre in precedenza le aveva tolto.
A inizio marzo Diacre aveva parlato di una «campagna diffamatoria» nei suoi confronti, «sorprendente per violenza e disonestà», dicendosi determinata a continuare almeno fino ai Mondiali. Il 9 marzo è infine arrivata la notizia del suo esonero, deciso dopo una riunione del comitato esecutivo della Federazione francese (FFF) in cui erano state riscontrate «irreversibili disfunzioni» nella sua gestione.
Da inizio anno il presidente ad interim della FFF è l’ex vicepresidente Philippe Diallo, dopo che l’ottantunenne Le Graët, in carica dal 2011, si è dimesso in seguito ad accuse di molestie nei confronti di un’agente sportiva, che lui però nega.
È stato quindi Diallo ad assegnare l’incarico al francese Renard, un allenatore dal curriculum fitto e variegato, che prima di diventare allenatore della Francia femminile ci ha messo un po’ a liberarsi da un contratto con l’Arabia Saudita che sarebbe dovuto durare fino al 2027.
La prima esperienza di Renard da allenatore fu un po’ più di vent’anni fa, con la piccola squadra francese di cui a fine anni Novanta era stato un discreto difensore. Era però un allenatore part-time, che per mantenersi faceva anche altri lavori. La prima esperienza all’estero fu nei primi anni Duemila in Cina, allo Shanghai Cosco, come assistente del francese Claude Le Roy, altro allenatore giramondo.
Negli anni Renard ha allenato il Cambridge United, che stava nei livelli più bassi del professionismo inglese, una squadra vietnamita, una algerina e poi, fra alcuni brevi ritorni in Francia, è stato commissario tecnico di molte nazionali: lo Zambia, con cui vinse la Coppa d’Africa nel 2012; la Costa d’Avorio, con cui vinse la Coppa d’Africa nel 2015; il Marocco, che nel 2018 portò ai Mondiali a vent’anni dalla precedente partecipazione, e dal 2019 l’Arabia Saudita, la squadra che ai Mondiali in Qatar debuttò battendo l’Argentina — che non perdeva da 36 partite — in uno dei risultati più sorprendenti nella storia recente dei Mondiali, a maggior ragione visto l’esito del torneo, concluso proprio con la vittoria dell’Argentina.
In genere, Renard ha fatto molto bene, spesso al di là delle aspettative, quando ha allenato all’estero, in particolare squadre nazionali. Sono state invece piuttosto deludenti le sue esperienze da allenatore di squadre francesi, come il Sochaux e il Lille.
Già prima degli ultimi Mondiali il contratto di Renard con l’Arabia Saudita era stato rinnovato fino al 2027 con uno stipendio mensile di 300mila euro, come stimato da L’Équipe: poco meno di quello che si pensa la Federazione francese gli pagherà annualmente. Sempre secondo L’Équipe, pur di allenare la Francia femminile Renard avrebbe inoltre pagato di tasca sua la cifra necessaria a rescindere il suo contratto con l’Arabia Saudita.
Oltre ad essere la sua prima esperienza in ambito femminile, in Francia Renard avrà un centinaio di giorni per ricostruire una squadra che, come succede da anni, punterà molto sull’unione tra due importanti gruppi: quello del Paris Saint-Germain (che a sua volta ha avuto i suoi problemi) e quello del Lione, la prima grande squadra femminile europea, che ha vinto 16 degli ultimi 17 campionati francesi e 6 delle ultime 7 edizioni di Champions League.
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