È iniziata la visita della presidente taiwanese Tsai Ing-wen negli Stati Uniti, ed è stata molto contestata dalla Cina
Mercoledì la presidente taiwanese Tsai Ing-wen è arrivata a New York, negli Stati Uniti, per la sua prima visita nel paese in oltre tre anni, la settima da quando è presidente. Formalmente la visita di Tsai Ing-wen non è una visita ufficiale come capo di stato ma una sosta di transito durante un viaggio verso l’America centrale: pur governandosi in maniera indipendente da oltre 70 anni, Taiwan non è riconosciuta da gran parte della comunità internazionale. La Cina la considera parte del suo territorio e vede qualsiasi azione in cui si pone o viene trattata come uno stato indipendente come una minaccia alla propria autorità.
È successo anche in questo caso: il ministro degli Esteri cinese Mao Ning ha detto che la visita di Tsai Ing-wen non è un passaggio di transito ma un «tentativo di propagandare l’indipendenza di Taiwan» e mostra «l’evidente connivenza e il sostegno degli Stati Uniti» sulla questione. Secondo la Cina, la visita di Tsai Ing-wen «mina alle basi» la sua sovranità e integrità territoriale.
Ci sono state anche manifestazioni di fronte all’albergo in cui alloggiava Tsai Ing-wen a New York: alcune decine di persone che sventolavano bandiere di Taiwan e degli Stati Uniti sono state raggiunte da centinaia di sostenitori della Cina, che sventolavano bandiere cinesi e reggevano cartelli che definivano Tsai Ing-wen una «traditrice» e dicevano «c’è solo una Cina nel mondo». Tsai Ing-wen resterà negli Stati Uniti fino a venerdì.