Il Parlamento Europeo ha accusato il governo italiano di discriminare i figli di coppie dello stesso sesso
A causa della richiesta fatta ai sindaci di non trascrivere i certificati dei figli nati con la gestazione per altri all'estero
Giovedì il Parlamento Europeo ha approvato un emendamento alla relazione del 2022 sullo Stato di diritto nell’Unione Europea in cui condanna il governo italiano per la richiesta fatta a tutti i sindaci di smettere di trascrivere i certificati di nascita dei figli nati all’estero con la gestazione per altri (la GPA, la gravidanza portata avanti da una persona per conto di altri, usata da persone singole, coppie eterosessuali e omosessuali). L’emendamento appena approvato dice:
Questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo di coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli.
Nell’emendamento si citano «le istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali»: in realtà il governo italiano non ha impartito istruzioni specifiche al comune di Milano, né si è rivolto solo alle famiglie con genitori dello stesso sesso.
La circolare a cui si riferisce l’emendamento era stata inviata a tutti i prefetti italiani, quindi non solo a Milano, e riguardava i certificati di nascita dei nati da GPA: quindi anche figli delle molte coppie eterosessuali italiane che l’hanno fatta all’estero, dato che in Italia è una pratica illegale per chiunque. A Milano il prefetto aveva poi esteso la richiesta anche alle coppie di donne che ricorrono alla fecondazione assistita all’estero con un’altra circolare, in cui aveva chiesto di omettere il genitore non biologico negli atti di nascita di figli di coppie dello stesso sesso nati in Italia (su quelli nati all’estero il prefetto non si era espresso e aveva detto di dover fare ulteriori approfondimenti).
L’emendamento appena approvato al Parlamento Europeo è stato proposto dal gruppo liberale Renew Europe, di cui fanno parte europarlamentari di Azione-Italia Viva, il partito di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Nell’emendamento si dice che le azioni del governo italiano, stando alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989, costituiscono «una violazione diretta dei diritti dei minori». Per questo l’emendamento invita il governo italiano a «revocare immediatamente» la sua decisione.