A marzo l’inflazione in Spagna è scesa tantissimo
Ma non c’è molto da festeggiare: c'entrano alcuni effetti statistici che probabilmente vedremo anche in Italia
A marzo in Spagna il tasso di inflazione annuale – ossia l’aumento generale dei prezzi rispetto ai livelli dell’anno precedente – è sceso al 3,3 per cento, dal 6 per cento di febbraio, un livello che non si registrava dall’agosto del 2021; il tasso di inflazione mensile, ossia l’aumento dei prezzi di oggi rispetto a quelli di un mese fa, è stato dello 0,4 per cento, anche in questo caso in calo rispetto allo 0,9 per cento del mese precedente.
Il fatto che l’inflazione sia oggi in calo non significa che i prezzi stiano diminuendo: in quel caso l’inflazione sarebbe negativa e si chiamerebbe deflazione. Significa invece che l’aumento dei prezzi è stato meno intenso rispetto a quello del mese precedente: se a marzo 2022 un prodotto costava 100 euro, oggi ne costa 103,3, ossia comunque in aumento.
I motivi di questa riduzione sono vari e quello più rilevante è di natura statistica. Il tasso di inflazione infatti viene calcolato in termini mobili: si confrontano i prezzi di marzo 2023 con quelli di marzo 2022, quelli di febbraio 2023 con quelli di febbraio 2022 e così via. La base di partenza è quindi sempre diversa e, dal momento che lo scorso anno l’inflazione è cresciuta molto soprattutto da marzo in poi, via via il confronto viene fatto con mesi in cui i prezzi stavano già iniziando a salire in modo sostanziale.
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L’inflazione annuale di questo mese, per esempio, viene calcolata confrontando i prezzi di oggi con quelli di marzo 2022, ossia il primo mese della guerra in Ucraina, l’evento che ha fatto aumentare tantissimo i prezzi dell’energia e quindi in generale quelli di un po’ di tutto. Oggi i prezzi dell’energia sono tornati su livelli più bassi un po’ ovunque, ma confrontando l’inflazione generale con la cosiddetta inflazione di fondo – quella che si ottiene togliendo dall’indice generale i prezzi di cibo ed energia, cioè quelli più volatili molto suscettibili a movimenti improvvisi – emerge che il tasso di inflazione è ancora molto alto.
Di norma l’inflazione di fondo è una quota dell’inflazione generale, dal momento che quest’ultima include sia l’inflazione di fondo che gli aumenti legati a cibo ed energia. Nonostante questo in Spagna da mesi l’inflazione di fondo è più alta dell’indice generale: una circostanza eccezionale dovuta al fatto che le riduzioni dei prezzi di cibo ed energia rispetto ai livelli di un anno fa sono così significative da più che compensare i rincari avvenuti da un anno a oggi sul resto dei prodotti.
Questo significa che l’inflazione spagnola non dipende più solo dal costo dell’energia, le cui oscillazioni dei prezzi semmai la tirano giù: può essere spiegata anche da un’economia che va piuttosto bene, dove la domanda dei consumatori è superiore a quanto le aziende riescono a produrre, ma anche dal fatto che produrre è diventato più costoso anche a prescindere dagli aumenti del costo dell’energia, per esempio a causa della carenza e dei rincari di molte materie prime. Tutti indicatori che suggeriscono che i prezzi non smetteranno di aumentare molto presto.
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