La Finlandia entrerà nella NATO, infine
La sua adesione è stata ratificata anche dalla Turchia, l'ultimo paese a mancare, che per mesi aveva esitato accusandola di sostenere il PKK
Giovedì sera il parlamento turco ha ratificato l’ingresso della Finlandia nella NATO, l’alleanza militare che comprende gli Stati Uniti e buona parte dei paesi europei. Perché un nuovo paese entri nell’alleanza è necessario, tra le altre cose, che i parlamenti di tutti i paesi membri votino a favore. Quello turco era l’ultimo parlamento a doversi ancora esprimere: per mesi aveva esitato ad approvare l’ingresso della Finlandia, accusando il governo finlandese di sostenere e accogliere membri di alcune organizzazioni curde, in particolare del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK). Con l’approvazione di oggi la Finlandia ha quindi la certezza che entrerà nella NATO.
Per l’adesione ufficiale mancano solo alcuni passaggi formali, che verranno sbrigati nelle prossime settimane e che si concluderanno con la firma di un documento di accettazione da parte del governo finlandese, che dovrà essere inviato al dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Una volta consegnato il documento, la Finlandia sarà a tutti gli effetti un paese membro della NATO.
La Finlandia per oltre settant’anni aveva scelto di non entrare nella NATO, preferendo mantenere una posizione neutrale tra il blocco occidentale e quello dell’Unione Sovietica prima e della Russia poi (anche per questioni prettamente geografiche, dato che condivide un ampio confine con la Russia): il governo finlandese aveva cambiato idea lo scorso anno dopo che la Russia aveva invaso l’Ucraina. L’adesione era stata fortemente voluta dalla maggioranza di governo, guidata dai Socialdemocratici della prima ministra Sanna Marin, ma anche le opposizioni l’avevano sostenuta: il tema ha raccolto così ampi consensi che in vista delle elezioni parlamentari in programma il 2 aprile è stato quasi del tutto assente dalla campagna elettorale.
A maggio del 2022 la Finlandia aveva formalmente chiesto l’ingresso nella NATO insieme alla Svezia: i governi dei due paesi scandinavi avevano fatto l’annuncio insieme per ragioni soprattutto simboliche e di solidarietà reciproca. Ma nelle settimane successive era parso piuttosto chiaro che la Finlandia sarebbe entrata per prima.
Inizialmente il governo turco aveva fatto sapere che si sarebbe opposto all’ingresso dei due paesi, per via del sostegno che questi avevano dato ai curdi del PKK, organizzazione che la Turchia, gli Stati Uniti e l’Unione Europea (dunque anche la Svezia e la Finlandia) considerano terroristica, e contro cui il governo turco è in guerra da anni.
Ma le accuse di terrorismo nei confronti del PKK sono molto contestate e dibattute, anche perché la popolazione curda in Turchia è spesso stata oggetto di persecuzione. Le accuse si rivolgevano soprattutto alla Svezia, che in alcuni casi ha trattato dei membri del PKK come rifugiati politici, fornendo loro protezione e rifiutandosi di estradarli in Turchia.
Anche la Finlandia aveva negato in alcuni casi l’estradizione di membri del PKK, ma in numero minore rispetto alla Svezia, che invece è sempre rimasta intransigente sul tema in questi mesi. A metà marzo, dopo mesi di tentennamenti, il governo turco aveva quindi annunciato che avrebbe approvato l’ingresso della Finlandia nella NATO, ma non quello della Svezia.
Prima del voto del parlamento turco di giovedì mancava però anche quello dell’Ungheria, che aveva deciso inizialmente di opporsi a far entrare la Finlandia nell’alleanza, per motivi molto diversi da quelli della Turchia.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán aveva infatti ripetutamente rinviato il voto parlamentare, accusando Finlandia e Svezia di diffondere «totali menzogne» sullo stato della democrazia in Ungheria. Alla fine il parlamento ungherese ha votato a favore dell’adesione della Finlandia lunedì 27 marzo, mentre la ratifica sull’entrata della Svezia è stata rimandata a data da destinarsi.
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