Perché nei film d’azione ci sono così tanti John, James e Jack

Non è solo un’impressione: sono nomi associati all’“uomo qualunque” e per bene, ma ci sono anche altre ragioni

Keanu Reeves
Keanu Reeves alla prima di “John Wick 4” a Londra, il 6 marzo 2023 (Alberto Pezzali/Invision/AP)
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Il 23 marzo è uscito al cinema John Wick 4, il quarto film della serie d’azione statunitense con l’attore canadese Keanu Reeves nel ruolo del protagonista che le dà il titolo. Qualche settimana prima era stato distribuito in streaming Luther: Verso l’inferno, film tratto da una serie tv inglese in cui il detective John Luther viene interpretato dall’attore inglese Idris Elba. E il protagonista maschile di una delle più celebrate serie tv dell’anno, The Last of Us, interpretato da uno degli attori più apprezzati dell’anno, si chiama Joel Miller.

Tra gli appassionati di cinema d’azione statunitense e inglese, soprattutto quello meno recente, qualcuno potrebbe essersi chiesto come mai i nomi degli eroi maschili siano così spesso John, James, Jack e altri che cominciano con la lettera “J”, per esempio Jason. È sicuramente così nel caso di molti dei personaggi delle serie e saghe d’azione più famose: James Bond (007), John McClane (Die Hard), Jason Bourne (Bourne), Jack Bauer (24), John Connor (Terminator) e John Rambo (Rambo), che peraltro di secondo nome fa James.

Secondo l’analista statunitense Demetria Glace, che ne ha scritto su Slate dopo aver raccolto molte informazioni e aver parlato con gli sceneggiatori di quei film e con gli autori di libri sui nomi più diffusi nei paesi anglosassoni, la prevalenza di questi nomi di persona nel cinema d’azione è un’impressione confermata dai dati.

I film d’azione inseriti nella lista di Wikipedia in inglese, non l’unica disponibile ma probabilmente la più completa, sono 2.206, a cominciare dal primo film della serie sull’agente 007 James Bond, Licenza di uccidere, del 1962. Glace ha selezionato da questo elenco 790 film hollywoodiani, tutti con un certo sviluppo della trama abbastanza riconoscibile: un uomo affronta da solo vari tipi di avversità, dai terroristi ai disastri naturali, e ha quasi sempre successo, di solito contro qualsiasi aspettativa realistica. Dall’elenco sono stati scartati i film in cui la trama è diversa da questa, o la protagonista è una donna (un’esigua minoranza) o non c’è un singolo protagonista.

Dall’analisi è emerso che John è il nome più utilizzato in assoluto, presente in 74 film, seguito da James, in 50 film, e Jack, in 37. In totale il 33 per cento dei film ha come protagonista un uomo il cui nome comincia con la lettera “J”. E la stessa percentuale emerge anche dall’analisi di altre liste: per esempio i 90 film con un singolo protagonista maschile nella lista dei primi 200 film d’azione con i maggiori incassi di sempre. La seconda iniziale più comune, la “M” di nomi come Max e Michael, è presente soltanto nel 7 per cento dei film.

Questi dati servono a escludere una prima ipotesi di spiegazione: che l’abbondanza di John, James e altri nomi che cominciano per “J” nei film d’azione rifletta una tendenza omologa nella distribuzione generale di questi nomi nella popolazione statunitense. Sebbene negli Stati Uniti James sia stato il nome più diffuso dal 1922 al 2021 e John il terzo, nei film d’azione ci sono molti meno Robert (5), Michael (12) e David (5) – secondo, quarto e quinto nome più diffuso – di quanti dovrebbero essercene se i film riflettessero semplicemente i nomi più popolari dell’epoca in cui uscirono. Nell’elenco dei nomi più diffusi quelli che cominciano con la lettera “J” rappresentano il 12 per cento: molto meno del 33 per cento che invece emerge dai film d’azione.

La predominanza di nomi la cui iniziale è “J” emerge anche nel caso in cui si decida di contare una sola volta il nome dei protagonisti di più film di una stessa saga cinematografica. In questo caso le 25 occorrenze di “James Bond”, per esempio, conterebbero una sola volta: ma verrebbero meno anche le 18 occorrenze di Bruce Wayne (Batman) e quelle di altri eroi protagonisti di celebri saghe cinematografiche il cui nome non comincia con “J”. E la percentuale di nomi che cominciano con “J” tra i protagonisti maschili resterebbe superiore al 30 per cento.

Una prima possibile spiegazione della frequenza di John nei film d’azione fa riferimento non tanto all’attuale diffusione quanto alla familiarità di questo nome tra le popolazioni anglosassoni, confermata a Slate dal linguista inglese Richard Coates. Negli elenchi di alcune dichiarazioni dei redditi risalenti al XIV secolo in Inghilterra il 30 per cento degli uomini si chiamava John (percentuale che nell’Essex, contea dell’Inghilterra orientale, sale al 46 per cento).

Questa diffusione ha storicamente contribuito a rendere John e anche Jack i nomi utilizzati quando c’era da indicare una persona qualunque. A partire dal XVI secolo cominciarono infatti a circolare espressioni come Jack-of-all-trades (che significa “tuttofare”, “factotum”) o every man Jack (che significa “ognuno”). Risalgono a quel periodo anche le prime attestazioni di “John Doe”, uno pseudonimo tradizionalmente utilizzato – poi anche in altri paesi anglosassoni – per indicare una persona di cui sia ignoto o tenuto nascosto il nome vero, soprattutto nelle questioni giudiziarie, oppure nei casi in cui il nome non sia rilevante, e cioè nelle occasioni in cui in italiano diremmo “tal dei tali”.

Questi nomi hanno seguito un’evoluzione simile anche negli Stati Uniti, dove John era il nome più scelto dai genitori per i propri figli maschi all’inizio del XX secolo. Man mano che il nome è diventato meno popolare le persone hanno cominciato a utilizzare Jack, il soprannome informale di John, come nome proprio. Secondo Jennifer Moss, CEO del sito BabyNames.com e autrice del libro The Baby Names Workbook, questa derivazione ha probabilmente favorito l’associazione spontanea tra certi nomi molto diffusi come John e Jack e le persone alla mano, amichevoli e oneste.

James è poi diventato il nome più popolare tra gli anni Quaranta e Sessanta, più o meno nello stesso periodo in cui sono aumentati moltissimo anche i Joe. In quei due decenni sono cominciate anche a circolare espressioni simili a “John Doe” e every man Jack, ma formate utilizzando il nome Joe (“Joe Public”, average Joe e altre).

L’associazione tra determinati nomi propri di persona e stereotipi su particolari caratteristiche fisiche o qualità morali fu esplorata e in parte confermata anche da alcuni studi di psicologia fin dagli anni Sessanta. Secondo i risultati di un esperimento condotto su 146 statunitensi, per uno studio pubblicato nel 1963 sulla rivista British Journal of Psychology, John fu il nome più associato ad attributi di affidabilità, onestà e altre caratteristiche positive. Lo studio ipotizzò che avere quel nome potesse procurare un relativo vantaggio al suo possessore nella misura in cui, in mancanza di altre informazioni, le persone si aspettano che i John «siano persone simpatiche».

– Leggi anche: I nomi e i cognomi influenzano le nostre vite?

Che una qualche associazione tra nomi come John, Jack, Joe e determinati attributi positivi sia stata tenuta in considerazione dagli sceneggiatori e autori dei film d’azione, magari anche a livello inconscio, sembrerebbe indirettamente confermato dal fatto che quei nomi non sono altrettanto frequenti tra gli antagonisti maschili. Nell’elenco di Slate il nome maschile più frequente è “Victor”, presente in 10 film, e c’è in generale molta più varietà. Soltanto nel 7 per cento dei casi i cattivi hanno un nome che comincia con “J”.

A voler proprio trovare un senso anche ai nomi degli antagonisti, secondo Coates, la prima lettera del nome Victor è anche la prima lettera di villain, la parola che indica il “cattivo” nelle storie. Potrebbe essere un modo degli autori di suggerire al pubblico in modo subliminale una certa lettura immediata del film.

Anche la maggiore varietà dei nomi dei cattivi rispetto a quelli dei buoni potrebbe avere una spiegazione simile. Nel 63 per cento dei casi il cattivo ha un nome che non ha nessun altro cattivo degli altri film. Invece il buono ha un nome univoco, cioè non condiviso con altri protagonisti maschili di altri film, soltanto nel 24 per cento dei casi. In un certo senso è come se il protagonista fosse sempre lo stesso personaggio: ha spesso lo stesso nome perché è sempre lo stesso John qualunque, la stessa persona “media” e per bene (quasi sempre un bianco). A cambiare sono piuttosto le avversità che quell’eroe statunitense qualsiasi deve affrontare, e quindi i nomi dei cattivi, che di volta in volta possono assecondare uno stereotipo o un altro (per esempio, in tempi di Guerra Fredda, cattivi russi come Ivan e Yuri).

A volte l’intenzione di scegliere un nome ordinario per descrivere un personaggio ordinario emerge anche esplicitamente dalle dichiarazioni degli sceneggiatori dei film o degli autori delle storie da cui quei film sono tratti.

Lo scrittore inglese Lee Child, autore dei romanzi sull’ex militare Jack Reacher, da cui sono stati tratti due film interpretati da Tom Cruise, disse una volta di aver scelto il nome Jack dopo essersi autoimposto di non scegliere nomi complessi o particolari, e di scegliere «il nome più semplice e chiaro che potessi trovare». L’agente letterario dello scrittore statunitense Robert Ludlum, autore della serie di romanzi sull’agente Jason Bourne, da cui sono stati tratti cinque film, descrisse nel 2016 il protagonista dei romanzi come un uomo in grado di sopravvivere in un mondo ostile rimanendo «ordinario».

Nella sua analisi su Slate Glace non ha poi escluso che alcuni registi possano essere stati influenzati in modo inconsapevole dalla lettera iniziale dei loro stessi nomi. E ha indicato come caso più evidente di questa possibilità il regista canadese James Cameron, autore di film di grande successo i cui protagonisti maschili si chiamano John Connor (Terminator), Jake Sully (Avatar), Jack Dawson (Titanic) o Johnny Utah (Point Break, film scritto insieme alla regista Kathryn Bigelow, all’epoca moglie di Cameron).

L’agente dell’FBI Johnny Utah è peraltro uno dei tanti personaggi interpretati da Keanu Reeves, uno specialista di ruoli da protagonista in film d’azione il cui eroe maschile ha un nome che comincia con “J”. Oltre a John Wick e Johnny Utah, Reeves è stato anche Jack Traven in Speed, John Constantine in Constantine e Johnny in Johnny Mnemonic (e anche Jonathan Harker nel Dracula diretto da Francis Ford Coppola, ma in quel caso c’entra il romanzo, che è del 1897, e Reeves non è il protagonista, e comunque quel film non è propriamente d’azione).

Quale che sia la ragione della frequenza di protagonisti maschili il cui nome comincia con “J” nei film d’azione, conclude Glace, questa tendenza sembrerebbe comunque in diminuzione. I nomi la cui iniziale è “J” erano prevalenti rispetto a quelli con qualsiasi altra lettera tra i protagonisti di film d’azione usciti nei primi anni Settanta, nel 1984 e nel 2002. Erano il 38 per cento nel 2019 e il 25 per cento nel 2020, il punto nettamente più basso degli ultimi dieci anni.