Perché gli stadi di Firenze e Venezia potrebbero essere esclusi dal PNRR
Sono due opere dibattute e in settimana la Commissione Europea ha contestato l’ammissibilità dei finanziamenti richiesti
Lunedì il governo italiano ha comunicato di aver prolungato di un mese, in accordo con la Commissione Europea, la fase di valutazione dei progetti inseriti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), il programma con cui il governo prevede di spendere i finanziamenti stanziati dall’Unione Europea per il rilancio dei paesi colpiti dalla pandemia. Il prolungamento è stato necessario in seguito alle perplessità espresse dalla Commissione sull’ammissibilità di alcuni progetti presentati dall’Italia, due in particolare: il rifacimento dello stadio Artemio Franchi di Firenze e la costruzione del cosiddetto “Bosco dello sport” in provincia di Venezia, un’area che dovrebbe ospitare principalmente uno stadio e un palazzetto.
Mentre per altri progetti presentati sono stati chiesti chiarimenti o approfondimenti, per le due opere in questione la Commissione Europea è stata più esplicita e ne ha contestato l’ammissibilità: non le ritiene vere e proprie opere di riqualificazione urbana e sociale, come invece sosteneva l’Italia nella richiesta di finanziamenti, motivo per cui ora si discute di una loro possibile esclusione dal PNRR.
La realizzazione di entrambe le opere era già di per sé molto dibattuta, soprattutto in ambito locale. A Firenze il comune e la dirigenza della Fiorentina si erano accordati già un anno fa per il rifacimento del quasi centenario stadio Franchi per un costo previsto complessivo di 450 milioni di euro (150 solo per la riqualificazione dello stadio). Il finanziamento previsto con i soldi del cosiddetto Recovery Fund era inizialmente di 95 milioni di euro, poi fatto scendere a 55 milioni. Anche dopo questo ridimensionamento, in molti si chiedevano perché dovessero essere impiegati soldi pubblici per il rifacimento di uno stadio che poi sarebbe finito in gestione a un privato, cioè la Fiorentina.
Nonostante questo il comune di Firenze era piuttosto fiducioso circa l’approvazione del piano di finanziamento in quanto lo stadio Franchi è vincolato dai Beni Culturali per ragioni storiche e architettoniche. Queste caratteristiche avrebbero quindi giustificato l’erogazione dei finanziamenti destinati specificatamente alle «opere pubbliche di rilevanza culturale», senza contare la riqualificazione che interesserebbe le zone adiacenti nel quartiere Campo di Marte.
A Venezia è in programma invece la costruzione da zero di un’area dedicata allo sport di cui si parla da decenni, data l’inadeguatezza degli impianti esistenti tra Venezia e Mestre. Quest’area, chiamata “Bosco dello sport”, dovrebbe essere realizzata adiacente all’Aeroporto Marco Polo di Tessera, a est di Mestre e a ridosso della laguna. Dovrebbe ospitare uno stadio da non oltre 20mila posti destinato principalmente al calcio — quindi alla squadra del Venezia — ma pensato anche per il rugby, e un palazzetto dello sport per la squadra locale di basket, la Reyer, che è di proprietà di Luigi Brugnaro, attuale sindaco di Venezia e tra i promotori del progetto.
Il costo stimato, comprensivo delle opere di urbanizzazione, è di circa 300 milioni di euro, un terzo dei quali sarebbe dovuto arrivare dai fondi europei. L’inserimento del progetto nel PNRR era stato motivato dall’importanza che dovrebbe avere nella creazione di una nuova area urbana e ricreativa di stimolo all’economia provinciale e regionale. Brugnaro ha già fatto sapere che l’amministrazione locale continuerà a sostenere il progetto, che però oltre all’inammissibilità ricevuta dalla Commissione Europea dovrà fare i conti anche con il ricorso al TAR presentato dall’associazione Italia Nostra, che ne contesta l’impatto ambientale.
Ora i problemi per i comuni di Firenze e Venezia riguardano soprattutto l’avanzamento dei lavori, dato che i progetti sono stati approvati, le gare pubbliche per gli interventi iniziali si sono già chiuse e le prime risorse progettuali ed economiche sono state stanziate. Lo stadio di Firenze è stato inoltre indicato come una delle sedi nella candidatura dell’Italia agli Europei di calcio del 2032.
L’esclusione di questi progetti dal PNRR non è ancora definitiva, ma è data come probabile, vista la chiarezza dell’inammissibilità e le altre difficoltà con cui è alle prese il governo in questa fase di approvazione che stanno ritardando l’assegnazione degli oltre 19 miliardi di euro stanziati per l’Italia. Per tutti questi motivi si ipotizza anche che il governo possa subentrare con fondi nazionali nel finanziamento delle due opere.
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