Una fabbrica di munizioni ostacolata «da video di gattini»
In Norvegia, la società Nammo si lamenta dell'eccessiva quantità di energia elettrica consumata da un vicino centro dati di TikTok
Nammo, uno dei principali produttori di munizioni in Europa, ha raccontato che sta faticando a espandere un proprio stabilimento in Norvegia a causa di un centro dati che sta consumando buona parte dell’energia elettrica disponibile nella zona, e il cui principale cliente è il social network TikTok. Al Financial Times l’amministratore delegato di Nammo, Morten Brandtzæg, ha detto: «Siamo preoccupati perché vediamo le nostre opportunità di crescita messe alla prova da video di gattini».
Come altri produttori di munizioni, anche Nammo negli ultimi mesi ha aumentato sensibilmente la sua produzione a causa della guerra in Ucraina. La società è di proprietà del governo norvegese e di una società controllata dal governo finlandese: ha vari impianti di produzione e sta lavorando all’espansione del proprio stabilimento a Raufoss, nella Norvegia centrale. I server (i computer collegati a Internet che gestiscono i dati) dedicati a TikTok in un nuovo centro dati costruito nella zona assorbono però molta energia elettrica, rendendo impossibili le forniture necessarie per l’espansione dell’impianto di Raufoss.
Brandtzæg ha detto che la domanda di munizioni per i pezzi di artiglieria è aumentata di 15 volte rispetto al periodo precedente all’invasione dell’Ucraina avviata a fine febbraio del 2022 dalla Russia. Si stima che l’industria delle munizioni in Europa debba investire almeno 2 miliardi di euro nella costruzione di nuovi impianti, o nell’espansione di quelli esistenti, per soddisfare la crescente domanda. I nuovi stabilimenti avranno bisogno di energia elettrica e dovranno fare i conti con le altre attività industriali che ne consumano molta.
TikTok ha intenzione di costruire in Norvegia tre centri dati quest’anno e potrebbe realizzarne altri due entro il 2025 in un’area non molto distante da Raufoss. Il social network, che è di proprietà di un’azienda cinese sulla quale il governo della Cina esercita un forte controllo, è in piena espansione in Europa e ha necessità di nuove infrastrutture per conservare i dati degli utenti e supportare i milioni di video che vengono caricati ogni giorno sul suo sistema.
La società energetica norvegese Elvia ha confermato al Financial Times che al momento la rete elettrica non ha la capacità di sostenere i carichi necessari per altre attività ad alto assorbimento, oltre a quelle del centro dati. L’azienda che lo gestisce aveva semplicemente stretto accordi prima di Nammo, e di conseguenza ha la precedenza per quanto riguarda le forniture. L’ampliamento della rete di distribuzione nella zona dovrebbe risolvere il problema, ma richiederà del tempo: non è in difficoltà solo Nammo, ma anche altre società vicine.
Secondo Brandtzæg il governo della Norvegia dovrebbe adottare politiche specifiche, dando la priorità ad alcune attività industriali rispetto ad altre. Le autorità locali hanno intanto assunto l’impegno di valutare la situazione e di trovare una soluzione che consenta a Nammo di procedere con la propria espansione, anche se non è chiaro con che tempi.
I paesi del nord Europa sono piuttosto ambiti dalle società tecnologiche, perché fino a qualche tempo fa il basso costo dell’energia e le condizioni climatiche li rendevano luoghi ideali per costruire i centri dati, che hanno necessità di raffreddare i server. Negli ultimi anni, a queste si sono aggiunte le aziende più coinvolte nella transizione energetica, come quelle che producono batterie, portando a un aumento della richiesta di energia elettrica, che sta diventando una risorsa sempre più contesa.