Con Le Strade d’Inchiostro è difficile annoiarsi
È considerato da molti il miglior gioco del genere "roll and write", ha molte espansioni e ci si può giocare da soli o in quanti si vuole
di Viola Stefanello
Kamchatka è una rubrica mensile di Consumismi in cui proviamo giochi da tavolo per conto vostro e vi diciamo se ci siamo divertiti, cosa ne pensiamo e a chi potrebbero piacere. Non parleremo di grandi classici come Risiko!, ma l’abbiamo chiamata “Kamchatka” perché speriamo di conquistare voi come tutti i giocatori hanno fatto almeno una volta con il più famoso dei suoi territori.
Quando un gioco da tavolo è particolarmente appassionante, al punto da far venire voglia di giocarlo e rigiocarlo fino a imparare le componenti a memoria, la tentazione è sempre quella di guardare se per caso sia uscita un’espansione. Sempre più spesso, la risposta è sì.
Con espansione si intendono tutte le componenti aggiuntive che si possono comprare separatamente dal gioco originale: alcune ne modificano le meccaniche, talvolta trasformandolo in un gioco molto diverso, mentre altre aggiungono soltanto nuove carte o personaggi, in modo da poter giocare in più persone, allungare le partite, o semplicemente godersi qualche nuovo dettaglio di un mondo immaginario che si ama molto. Alcuni giochi si prestano più di altri alle espansioni: è il caso soprattutto dei giochi basati esclusivamente su un mazzo di carte, a cui basta aggiungerne qualcuna di nuova per dare un senso di novità all’esperienza, o di quelli che sono incentrati fortemente attorno alla narrazione di una storia.
Molto spesso le espansioni sono fatte per essere usate esclusivamente insieme al gioco base, e non individualmente: un esempio perfetto è Bang!, grande classico uscito nel 2002, le cui espansioni sono tutte raccolte in un’edizione deluxe a forma di pallottola realizzata per il ventesimo anniversario del gioco, o di 7 Wonders, altro gioco molto amato a cui è possibile aggiungere varie espansioni per diversificare l’esperienza.
In altri casi, più che di espansioni si dovrebbe parlare di varianti: in questi casi infatti possedere il gioco originale non è necessario, perché la variante funziona benissimo da sola. Per esempio Munchkin, parodia molto ben riuscita dei giochi di ruolo pubblicata per la prima volta nel 2000, offre otto espansioni al mazzo originale, ma anche tantissime versioni alternative ispirate ad ambientazioni diverse, dall’universo di Star Wars a quello dello scrittore di fantascienza H. P. Lovecraft. Possono essere giocate da sole o insieme al mazzo originale, se si vuole dare inizio a una partita lunghissima.
Per le case editrici che vendono giochi da tavolo, le espansioni hanno una ragione d’essere molto precisa e cioè approfittare ulteriormente della visibilità e del successo di un certo titolo. «Produrre delle espansioni è un ottimo modo di offrire altri contenuti agli appassionati del gioco base e al tempo stesso mantenere viva l’attenzione del pubblico sul prodotto, il che può avere anche effetti benefici sulla vendita del gioco base stesso», spiega Alessandro Prà, portavoce della casa editrice Horrible Guild.
Horrible Guild è la casa editrice che ha prodotto la più recente ossessione dell’autrice di questa rubrica: Railroad Ink, in italiano Le Strade d’Inchiostro, forse il più famoso tra i cosiddetti giochi “roll and draw”, cioè “tira (il dado) e disegna”. Nonché un gioco che ha talmente tante espansioni da rendere molto difficile («ma non impossibile», dice la suddetta redattrice) testarle tutte.
Una premessa: non è detto che Le Strade d’Inchiostro finisca per piacere così tanto anche voi, soprattutto se siete il genere di persone a cui piacciono i giochi lunghi e complessi, di quelli che finisci a controllare il libretto delle istruzioni ogni dieci minuti per assicurarti di non star barando senza saperlo. È un gioco breve e semplice, che va bene un po’ per tutti. Una partita non dura mai più di tre quarti d’ora, le regole si imparano in cinque minuti, non c’è bisogno di alcuna esperienza pregressa per diventare dei buoni giocatori entro un paio di partite. Una parte della soddisfazione sta banalmente qui: in una facilità che non risulta mai noiosa o ripetitiva.
Nella sua versione più semplice, una partita di Le Strade d’Inchiostro si divide in sette turni. All’inizio di ogni turno, un giocatore lancia quattro dadi. Sui dadi sono disegnate varie tratte di autostrada o di ferrovia: i giocatori devono disegnarle con un pennarello (facilmente cancellabile) sulla scheda di cartoncino plastificato che viene consegnata loro all’inizio del gioco, su cui è disegnata una scacchiera da 7 quadrati per 7.
Lo scopo del gioco è ottenere il più alto numero di punti, collegando il maggior numero di ferrovie e autostrade alle uscite (segnalate sulla scacchiera con delle frecce rosse) e disegnando dei percorsi ininterrotti più lunghi possibile. Il solo fatto che sia richiesto disegnare – un’attività a cui si dedica poco tempo, quando si è adulti – dona all’esperienza un certo elemento zen, e finisce per rendere qualsiasi partita a Le Strade d’Inchiostro piuttosto piacevole, a prescindere dal risultato finale. Le illustrazioni sul retro delle plance, di Marta Tranquilli, aggiungono un gradito tocco estetico.
Anche se i tipi di tratte presenti sui dadi (a cui si aggiungono sei tratte speciali, che è possibile disegnare un massimo di tre volte a partita) sono limitati, nessuna partita è identica a un’altra. Parte integrante del divertimento del gioco è comparare la propria plancia a quella degli altri giocatori a fine partita e ridere delle soluzioni assurde e tutte diverse a cui si è giunti a partire dagli stessi dadi.
Esistono due versioni del gioco “base” – Blu Profondo e Rosso Fiammante – e due versioni “challenge”, pubblicate in seguito a una campagna di raccolta fondi su Kickstarter che ha ottenuto moltissimo successo: Giallo Splendente e Verde Rigoglioso. Costano tutte sui 20 euro.
Queste ultime due versioni aggiungono qualche regola in più rispetto al gioco originale, permettendo ai giocatori di ottenere punti in vari modi diversi e nuovi. È comunque possibile giocare alla versione originale anche con le scatole verdi e gialle, ignorando le regole aggiuntive. Ogni scatola contiene due espansioni diverse, che permettono di modificare leggermente il gioco.
In più, i designer Hjalmar Hach e Lorenzo Silva hanno ideato alcune scatole più piccole che contengono delle ulteriori espansioni. In totale ne esistono 28, e c’è chi le ha provate tutte: alcune sono molto originali e interessanti, mentre altre sembrano poco ispirate. In tutti i casi, le espansioni di Le Strade d’Inchiostro sono dei dadi aggiuntivi che permettono ai giocatori di disegnare, oltre alle quattro tratte iniziali, anche delle altre cose: fiumi e foreste, nuvole o meteoriti, portali interdimensionali e lampioni della luce. Alcune espansioni, come Engineer, trasformano moltissimo il gioco, permettendo ai giocatori di fare cose impossibili nella versione originale. Altre sono pensate semplicemente per aggiungere un nuovo modo di fare punti.
Come spesso accade con i giochi con un certo seguito, dopo l’enorme successo della raccolta fondi Horrible Guild ha messo in vendita anche un’edizione da collezione che raccoglie tutte e quattro le scatole, tutte le espansioni, moltissimi pennarellini colorati e anche delle speciali plance giganti, per chi volesse fare partite molto più lunghe. Si tratta principalmente di un’edizione da collezionisti, di quelle che si trovano alle fiere di settore o in occasione di grossi anniversari: un giocatore qualsiasi non ne ha bisogno.
Non ha bisogno nemmeno di un gruppo di amici, in teoria, perché Le Strade d’Inchiostro si può giocare anche in solitaria. Ma il numero di giocatori è potenzialmente infinito, dato che è sufficiente che ciascuno abbia di fronte a sé una scacchiera, che può anche essere riprodotta con carta e penna, nel peggiore dei casi. Il massimo del divertimento si raggiunge con un nutrito gruppetto di persone, tutte intente a imprecare quando i dadi rivelano per l’ennesima volta una tratta che sembra impossibile collegare alle altre in modo coerente. Negli altri casi la sfida è non farsi paralizzare dal potenziale di tutte le strade che si potrebbero costruire.
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