L’incendio nel centro di detenzione per migranti in Messico
Ha causato la morte di almeno 39 persone: sembra sia stato causato da una protesta dei detenuti
Un incendio in un centro di detenzione per migranti a Ciudad Juárez, nel nord del Messico, ha causato la morte di almeno 39 persone. Altre 29 sono rimaste ferite e sono state portate in ospedale. Tutte provenivano dall’America centrale e meridionale: 28 erano guatemaltechi, altri venezuelani e honduregni.
L’incendio è iniziato nella notte tra lunedì e martedì, e secondo la ricostruzione del presidente messicano Andrés Manuel López Obrador è stato causato da una protesta da parte di un gruppo di migranti a cui era stato comunicato che sarebbero stati rimpatriati a breve. «Presumiamo che, dopo aver scoperto che sarebbero stati rimpatriati, abbiano deciso di spingere i materassi del rifugio contro la porta e dar loro fuoco per protesta, senza immaginare che avrebbero così causato questo terribile incidente», ha detto López Obrador.
In tutto, nella struttura erano detenuti 68 uomini. Gran parte di loro si trovavano nel centro di detenzione perché erano stati fermati dalle autorità nel tentativo di attraversare il confine tra Ciudad Juárez e la città di El Paso, negli Stati Uniti.
Negli ultimi anni gli ingressi non autorizzati di persone provenienti dal Centro e dal Sud America negli Stati Uniti sono aumentati. I dati citati da CBS News dicono che nel 2022 almeno 853 migranti sono morti nel tentativo di attraversare il confine tra Stati Uniti e Messico. L’anno scorso 53 persone erano state trovate morte dentro e attorno a un tir abbandonato alla periferia di San Antonio, in Texas.
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