Quest’estate a Siena e Grosseto non si potranno riempire le piscine
Bisognerà farlo entro maggio, ma a metà stagione potrebbero diventare inutilizzabili: gli agriturismi temono di perdere turisti
Dal primo giugno al 30 settembre nei comuni serviti dall’acquedotto del Fiora, cioè nella maggior parte delle province di Siena e Grosseto, in Toscana, sarà vietato utilizzare l’acqua della rete idrica per riempire le piscine. Il divieto è stato introdotto a causa della siccità che da due anni interessa in modo particolare le regioni del Nord e del Centro, tra cui anche la Toscana. L’impossibilità di utilizzare l’acqua della rete idrica è un problema soprattutto per gli agriturismi e in generale per le strutture alberghiere: la piscina, infatti, è uno dei servizi più apprezzati dai turisti che in estate trascorrono le vacanze nell’entroterra toscano.
I gestori degli agriturismi potranno riempire le piscine fino al 31 maggio, poi dal primo giugno non potranno più fare rabbocchi fino al 30 settembre. Solitamente il ricambio giornaliero di acqua è tra l’1 e il 2% della quantità presente nella piscina: è necessario in parte a causa dell’evaporazione e in parte per l’esigenza di tenere pulita la piscina. In un periodo di quattro mesi, quindi, di solito serve una quantità di acqua pari a una piscina e mezza. Il divieto, dicono i rappresentanti dei gestori degli agriturismi, rischia di far ritrovare a metà stagione piscine con poca acqua o comunque non utilizzabili.
Già lo scorso anno l’acquedotto del Fiora aveva chiesto ai sindaci dei comuni di introdurre un’ordinanza per limitare l’utilizzo dell’acqua potabile. Alcuni comuni l’avevano firmata, per esempio Pienza, molti altri si erano limitati a raccomandazioni. Diversi agriturismi, inoltre, avevano chiesto di poter rabboccare la piscina nei periodi del divieto, una deroga che quest’anno non è prevista.
Negli ultimi giorni molti proprietari di agriturismi e alberghi hanno espresso preoccupazione per le conseguenze di questo divieto sul settore turistico, da cui dipende una quota consistente dell’economia toscana. Nelle province di Siena e Grosseto gli agriturismi sono circa duemila. «Questa cosa è a dir poco dannosa per la mia attività. Potrebbe diventare qualcosa di veramente difficile da affrontare», ha detto a Repubblica Firenze Laura Cresti, che gestisce La Ripolina a Buonconvento, in provincia di Siena. Emanuele Romagnoli delle Chiuse, una struttura che si trova a Manciano, in Maremma, ha detto che il divieto avrà pesanti conseguenze per tutto il settore. «Sarebbe meglio che anche da Acquedotto del Fiora riparassero le rotture che continuiamo a segnalare», ha detto.
Tra le altre cose, i gestori degli agriturismi ritengono che il divieto introdotto dall’acquedotto del Fiora contraddica una norma della Regione Toscana che obbliga i gestori a svuotare periodicamente (almeno una volta all’anno) le piscine per garantire la pulizia dell’acqua, pena una sanzione che va da 200 a 1.200 euro. «La Regione, con una deroga all’obbligo di svuotamento annuale previsto nella legge sulle piscine, potrebbe consentire di recuperare risorse per il periodo estivo», ha detto al Corriere Fiorentino Roberto Bartolini, direttore della CIA di Siena, la confederazione agricoltori italiani.
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Le uniche due alternative sono l’utilizzo di autobotti private oppure lo sfruttamento di pozzi, esattamente come l’autorità idrica toscana impone già a chi ha una piscina ad uso privato. Sono entrambe complicate: l’approvvigionamento con le autobotti è costoso e inoltre non può essere graduale, mentre molti dei pozzi presenti negli agriturismi non possono essere utilizzati perché non in regola.
Il presidente dell’acquedotto del Fiora Roberto Renai ha risposto alle critiche degli ultimi giorni con una presa di posizione accorata. Ha spiegato che questa siccità non è un’emergenza, ma il segnale di un cambiamento climatico costante e continuativo «con cui l’intera società è chiamata a confrontarsi, con senso di responsabilità verso il pianeta e le future generazioni». Renai ha detto che negli ultimi quattro anni il lavoro di ricerca delle perdite idriche ha consentito di risparmiare 8 milioni di metri cubi di acqua: «Abbiamo agito nell’interesse sia dei residenti che dei turisti, della comunità e delle strutture ricettive stesse, e siamo sicuri che anche gli altri seguiranno questa strada». Ha anche invitato i gestori degli agriturismi e i loro rappresentanti ad aprire una riflessione sulla crisi climatica, sulla transizione ecologica e sul modello di sviluppo del settore.
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