Lunedì il tribunale di sorveglianza di Milano ha respinto la richiesta presentata dall’avvocato difensore del detenuto anarchico Alfredo Cospito di scontare la pena ai domiciliari: Cospito è in sciopero della fame da oltre cinque mesi per protesta contro il regime detentivo a cui è sottoposto, il 41-bis, che prevede un rigidissimo isolamento dagli altri detenuti e una serie di grosse restrizioni, motivo per cui è noto come “carcere duro”.
Citando le ormai gravi condizioni di salute di Cospito, il suo avvocato Flavio Rossi Albertini aveva chiesto che il suo assistito potesse scontare la pena a casa della sorella, in attesa di ristabilire le proprie condizioni di salute, che al momento sono gravi: la settimana scorsa il suo avvocato ha detto che ha avuto una crisi cardiaca. Sempre secondo i legali, da alcuni giorni fa molta fatica a camminare per via di un problema a un piede dovuto alla carenza di vitamine.
I giudici hanno respinto la richiesta sostenendo che Cospito si trovi nelle condizioni di salute attuali per sua «deliberata e consapevole scelta», dato che sta conducendo uno sciopero della fame per protesta. Inoltre, secondo i giudici, le condizioni di salute di Cospito possono essere monitorate e seguite anche da dove si trova, cioè nel reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano, dove è stato trasferito l’8 marzo.
Cospito sta scontando condanne per due reati di terrorismo: un attentato compiuto nel 2006 alla caserma dei carabinieri di Fossano, in Piemonte, che non causò né morti né feriti, e il ferimento nel 2012 del dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi.
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