L’attacco informatico ai distributori di sigarette in sostegno di Alfredo Cospito
Tra sabato e domenica in molti è comparsa la scritta «Fuori Alfredo dal 41 bis», e i prezzi sono stati ridotti a 10 centesimi
Nella notte tra sabato e domenica diversi distributori di sigarette in tutta Italia sono stati colpiti da un attacco informatico compiuto in sostegno di Alfredo Cospito, il detenuto anarchico in sciopero della fame da più di 150 giorni contro il regime di detenzione del 41-bis a cui è sottoposto (il cosiddetto “carcere duro”).
Sui distributori, provvisti di touchscreen, la schermata iniziale è stata sostituita dalla scritta «Fuori Alfredo dal 41bis», con sullo sfondo la sagoma rossa di un uomo con il pugno alzato e altre sagome grigie di alcuni poliziotti sullo sfondo. Una volta toccato lo schermo per accedere alla schermata di selezione dei prodotti da comprare, il cliente si trovava davanti la normale lista dei prodotti in vendita, solo che i prezzi di tutto erano ridotti a soli 10 centesimi. Per diverse ore in questi distributori è stato quindi possibile acquistare sigarette e tabacchi a prezzi 50/60 volte inferiori a quelli soliti.
L’attacco ha riguardato molte città, da Nord a Sud, anche se per ora non si ha una stima esatta del numero di distributori colpiti. Dalle prime informazioni sembra che abbia colpito solo distributori realizzati dell’azienda mantovana Laservideo, che però per il momento non ha commentato la vicenda. Un’altra azienda, la AM Distributori, ha invece smentito sul proprio sito di essere stata coinvolta dall’attacco, dopo che inizialmente alcuni giornali l’avevano citata.
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L’attacco è proseguito fino alle prime ore di domenica mattina: in alcuni casi i tabaccai, avvertiti nel corso della notte, hanno disattivato i distributori per non subire grosse perdite economiche dalle sigarette ribassate a 10 centesimi. Per il momento non ci sono state rivendicazioni, anche se sembra molto probabile che sia stato compiuto da gruppi anarchici come atto di solidarietà ad Alfredo Cospito.
Non è chiaro nemmeno come sia avvenuto l’attacco. Gianfranco Labib, presidente nazionale di AssoTabaccai, ha detto al Corriere della Sera che «parlando con alcuni tecnici abbiamo compreso come Laservideo utilizzi un sistema per cui è il server centrale a inviare informazioni ai distributori. Quindi hackerando il server centrale, è stato possibile entrare contemporaneamente in tutti i distributori». Sulla vicenda sta indagando la polizia postale, che per ora non ha fornito maggiori dettagli al riguardo.
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