Rahul Gandhi, uno dei leader dell’opposizione in India, è stato espulso dal parlamento dopo essere stato condannato per aver diffamato il primo ministro Narendra Modi
Rahul Gandhi, tra i principali leader dell’opposizione in India, è stato espulso dal parlamento in seguito alla condanna ricevuta giovedì per aver diffamato il primo ministro Narendra Modi. La Lok Sabha – la camera bassa del parlamento, dove Gandhi era parlamentare dal 2004 – ha fatto sapere in una nota che l’espulsione è stata un effetto immediato della condanna, in base a quanto previsto dalla costituzione indiana.
Gandhi ha 52 anni ed è l’ultimo esponente di una dinastia politica di grande successo, che nonostante l’omonimia non ha legami di parentela con Mohandas Gandhi, uno dei più importanti leader del movimento per l’indipendenza dell’India. Rahul Gandhi è uno dei leader dell’Indian National Congress, il principale partito di opposizione (di cui è presidente sua madre Sonia, vedova dell’ex primo ministro Rajiv Gandhi).
Gandhi è stato condannato a due anni di carcere per aver definito «un ladro» il ministro indiano Narendra Modi – leader del Bharatiya Janata Party, il partito conservatore al governo – durante un comizio elettorale nell’aprile del 2019. La pena è stata sospesa per 30 giorni dopo il pagamento di una cauzione da parte di Gandhi, che ora ha 30 giorni per fare ricorso in appello.