A Hong Kong è stata rimossa un’opera d’arte pro-democrazia
Era esposta su un palazzo nell’ambito di una fiera, e conteneva riferimenti nascosti a dissidenti politici e critiche al governo
A Hong Kong, dove è in corso la grossa fiera artistica Art Basel, è stata rimossa un’opera che conteneva alcuni riferimenti a nomi di dissidenti politici arrestati per le loro proteste contro il governo cinese e a favore della democrazia. L’opera, chiamata “No Rioters”, era stata realizzata dall’artista statunitense Patrick Amadon ed era stata portata alla fiera dall’azienda milanese Art Innovation Gallery. Consisteva in un enorme schermo luminoso lungo 70 metri e alto 20, esposto sul lato di un grande centro commerciale al centro di una strada molto trafficata di Hong Kong.
𝘕𝘖 𝘙𝘐𝘖𝘛𝘌𝘙𝘚, 2023 pic.twitter.com/iNxCgwRHF1
— Patrick Amadon (@patrickamadon) March 17, 2023
Riproduceva un video di 24 secondi in rosso e nero che mostrava una telecamera di sorveglianza che si muoveva a destra e a sinistra, interrotta da alcuni brevissimi flash in cui venivano mostrati graffiti a favore delle proteste e i nomi di dissidenti politici arrestati: i flash e le scritte erano praticamente invisibili a occhio nudo, ma leggibili nelle fotografie fatte all’opera.
L’opera è rimasta esposta tutta la scorsa settimana: giovedì Francesca Boffetti, fondatrice di Art Innovation Gallery, ha detto che i proprietari dell’edificio hanno chiesto di rimuoverla. Secondo Amadon, la richiesta sarebbe arrivata dallo stesso governo di Hong Kong come forma di censura: non ci sono state conferme, ma la richiesta sarebbe coerente con altri atti di censura del governo di Hong Kong, che di recente hanno incluso anche libri per bambini.
I riferimenti contenuti nell’opera di Amadon erano ai 47 attivisti per la democrazia accusati di «cospirazione sovversiva» per aver organizzato alcune elezioni primarie ritenute illegali dal governo cinese: contro di loro è iniziato un grosso processo lo scorso febbraio.
Hong Kong è una regione amministrativa speciale della Cina: fino a pochi anni fa aveva goduto di un certo margine di autonomia su numerose questioni interne, ma soprattutto dal 2019 il governo cinese esercita un maggiore controllo, grazie all’approvazione di una contestata legge sulla sicurezza nazionale, che quei 47 attivisti sono accusati di aver violato. Tra le altre cose, la legge prevede che si possa arrestare chiunque sia accusato di atti di «sedizione e sovversione» come le proteste per la democrazia, dà alle forze di sicurezza poteri amplissimi e ha limitato molto la libertà di espressione.
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