La proposta di legge di Fratelli d’Italia sulla gestazione per altri
Riprende un vecchio testo già presentato in passato e vuole renderla un reato perseguibile in Italia anche se commesso all'estero
Domani, giovedì, la commissione Giustizia della Camera inizierà l’esame di una proposta di legge presentata da Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La proposta vuole rendere la gestazione per altri un reato perseguibile in Italia anche se praticata all’estero. La gestazione per altri (GPA) è quella forma di procreazione assistita che prevede che la gravidanza sia portata avanti da una persona per conto di altri (comunemente nota con termini ritenuti controversi e dispregiativi, come “maternità surrogata” o “utero in affitto”).
In Italia la GPA è illegale, mentre in alcuni paesi del mondo, anche europei, no: per questo le persone che vorrebbero farvi ricorso in Italia – soprattutto coppie eterosessuali con problemi di fertilità, ma anche persone singole, coppie di uomini e in casi più rari anche di donne – vanno a farla all’estero. In questi giorni la gestazione per altri è un tema di cui si sta parlando per via di una serie di dichiarazioni di esponenti della maggioranza, che hanno definito questa pratica «un reato più grave della pedofilia» e un «mercato di bambini» (in realtà la questione è più complessa).
– Leggi anche: La gestazione per altri, spiegata bene
La firmataria della proposta di legge è Maria Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia, che ha ripreso il testo di una precedente proposta presentata quattro anni fa proprio da Meloni e ripresentata due anni dopo anche da Mara Carfagna, che all’epoca faceva parte di Forza Italia e oggi è deputata di Azione-Italia Viva.
La proposta consiste in un solo articolo e prevede di modificare la legge 40 del 2004, quella di riferimento per la fecondazione assistita, rispetto alle sanzioni previste per chi vìola i divieti che contiene, e in particolare quello sulla GPA. Attualmente l‘articolo sulle sanzioni, il 12, prevede al comma 6 per «chiunque, in qualsiasi forma, [la] realizza, organizza o pubblicizza» la reclusione da 3 mesi a 2 anni e una multa da 600.000 fino a 1 milione di euro. La proposta di legge aggiunge questa frase: «Le pene stabilite dal presente comma si applicano anche se il fatto è commesso all’estero».
Il comma 6 dell’articolo 12 della legge 40 tra l’altro non riguarda solo la gestazione per altri, ma anche la commercializzazione dei gameti (ossia le cellule sessuali, ovuli o spermatozoi) che nella fecondazione assistita è prevista per le tecniche di tipo eterologo, in cui la donna porta avanti una gravidanza con l’embrione fecondato con un ovulo o uno spermatozoo o entrambi donati: il reato si applicherebbe quindi anche a questa seconda pratica.
Concretamente, una legge del genere prevedrebbe che chi va all’estero per avere un figlio con la gestazione per altri rischi un processo una volta tornato o tornata in Italia. Secondo il codice penale italiano (articolo 7) i cittadini italiani possono essere puniti per reati commessi all’estero per alcuni specifici reati, tra cui per esempio i delitti contro la personalità dello Stato, reati previsti da convenzioni internazionali di cui l’Italia è firmataria o altri specifici reati per cui sono necessarie particolari disposizioni di legge.
– Leggi anche: La vittoria di Meloni sarebbe una vittoria “per le donne”?