Israeliani e palestinesi si sono accordati per adottare misure che riducano le tensioni e le violenze durante il Ramadan
In un incontro avvenuto domenica in Egitto, i rappresentanti di Israele e Palestina si sono accordati per adottare misure che riducano le tensioni e le violenze durante il Ramadan, il mese sacro per la religione islamica, che comincia questa settimana. Non sono stati forniti molti dettagli sull’accordo: in un comunicato congiunto si parla dell’istituzione di «un meccanismo per frenare e contrastare la violenza». L’impegno più concreto è quello di Israele a interrompere per quattro mesi l’istituzione di nuovi insediamenti (le cosiddette “colonie”) nei territori palestinesi: è però visto più che altro come simbolico e non è ancora chiaro se riuscirà ad avere gli effetti sperati.
Israele ha infatti recentemente approvato la costruzione di migliaia di nuove case nei territori palestinesi, ed è probabile che non avesse in previsione di approvarne altre nell’immediato futuro. Un incontro simile, con simili dichiarazioni, si era tenuto lo scorso 26 febbraio in Giordania ed era stato immediatamente seguito da nuovi episodi di violenza. L’incontro di domenica si è tenuto a Sharm el-Sheikh, sul mar Rosso, alla presenza di rappresentanti statunitensi, egiziani e giordani.
I palestinesi sono in gran parte musulmani e il Ramadan è un periodo generalmente molto delicato: negli ultimi anni per esempio sono stati frequenti gli scontri tra polizia israeliana e palestinesi intorno alla moschea al Aqsa di Gerusalemme. Le preoccupazioni sono molte soprattutto perché negli ultimi mesi gli scontri sono stati molto tesi e violenti, soprattutto in Cisgiordania, territorio considerato palestinese dalla comunità internazionale ma occupato di fatto da Israele. Nell’ultimo anno le forze israeliane hanno arrestato migliaia di palestinesi in Cisgiordania e ne hanno uccisi più di 200, mentre negli attacchi palestinesi contro gli israeliani sono morte circa 40 persone.