Il partito olandese nato dalle proteste degli agricoltori ha vinto le elezioni provinciali
È un problema per il primo ministro Mark Rutte e il suo piano per ridurre le emissioni generate dagli allevamenti
Il 15 marzo, nei Paesi Bassi, ci sono state le elezioni provinciali nelle quali si votano e si scelgono i membri delle dodici assemblee legislative delle province del paese, che a loro volta nominano i 75 membri del Senato. Il risultato migliore l’ha ottenuto il BoerBurgerBeweging (BBB), un partito nato da una serie di proteste nel 2019 e improntato alla difesa degli interessi degli agricoltori e degli abitanti delle aree rurali.
Il conteggio dei voti è quasi terminato (procede a rilento, scrivono i quotidiani olandesi) ma i risultati sono ormai piuttosto netti: il BBB, che per la prima volta si presentava alle elezioni provinciali, ha vinto ottenendo per ora 16 seggi su 75 al Senato, mentre il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) del primo ministro Mark Rutte avrebbe ottenuto solo 10 seggi, perdendone due rispetto alle precedenti votazioni. Al terzo posto, con 8 seggi, dovrebbe essere arrivato GroenLinks, partito di sinistra di orientamento ambientalista. L’affluenza è stata quasi del 58 per cento, leggermente superiore a quella del 2019.
«Nessuno può più ignorarci», ha commentato la leader del BBB Caroline van der Plas dopo la notizia dei risultati. La vittoria del suo partito, populista e vicino alla destra, è in effetti un duro colpo per la coalizione di governo guidata da Rutte e, soprattutto, un chiaro segnale contro il suo piano per ridurre le emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca, inquinanti dannosi per l’ambiente e che in parte contribuiscono al cambiamento climatico. Queste sostanze sono prodotte dall’uso eccessivo di fertilizzanti e dall’urina e dalle feci del bestiame: il governo olandese ha stimato che, per dimezzare le emissioni nazionali di composti dell’azoto entro il 2030, sarà necessaria tra le altre cose una riduzione del 30 per cento del numero di animali da allevamento. Il BBB, nel 2019, era stato fondato proprio per opporsi a questo piano.
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Per raggiungere i suoi obiettivi il governo aveva stanziato 25 miliardi di euro per acquistare (e chiudere) alcune aziende agricole e per aiutarne altre a innovarsi per ridurre le emissioni. Il BBB sostiene che il problema delle emissioni sia stato ingigantito e che le soluzioni proposte siano ingiuste nei confronti degli agricoltori perché, come ha di fatto ammesso lo stesso governo, porteranno alla chiusura di molte aziende agricole.
Il piano era stato contestato dagli agricoltori, con proteste e presidi, e anche dai gruppi politici di estrema destra i quali sostengono che i limiti sulle emissioni siano il frutto di una cospirazione portata avanti dal World Economic Forum, la fondazione che organizza il Forum di Davos, in Svizzera, per sostituire le fattorie con alloggi per migranti (una teoria, naturalmente, del tutto falsa).
La vittoria del BBB in queste elezioni non ha valore solo perché di fatto influenzerà la composizione del prossimo Senato, ma anche perché le province hanno un ruolo fondamentale nel concedere o nel non concedere le licenze per la costruzione o la riduzione delle dimensioni delle fattorie. Christianne van der Wal, ministra per la Natura e le Politiche sull’azoto e ideatrice del piano del governo per ridurre le emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca, ha già dichiarato che, in mancanza di direttive governative, le province non potranno comunque prendere decisioni in autonomia sulle licenze.
Il governo di Mark Rutte aveva già subìto una sconfitta alle elezioni provinciali del 2019, perdendo la maggioranza al Senato e dovendo dunque, da lì in poi, negoziare ciascuna proposta con le opposizioni. Dopo i risultati delle più recenti elezioni provinciali, la coalizione di Rutte potrebbe continuare a contare sulla sinistra e sui partiti ambientalisti per trovare sostegno alle proprie politiche sull’azoto, con la consapevolezza, però, come ha fatto notare Caroline van der Plas, che gli elettori e le elettrici non appoggiano il piano così com’è stato proposto.
Il governo di Rutte, al suo quarto mandato consecutivo dal 2010, ha oggi un tasso di gradimento tra i cittadini pari al 20 per cento, uno dei più bassi degli ultimi dieci anni.