Finlandia e Svezia potrebbero non entrare insieme nella NATO
La Turchia dovrebbe approvare a breve la candidatura finlandese, ma blocca ancora quella svedese, almeno fino alle elezioni di maggio
Finlandia e Svezia, che avevano chiesto l’ingresso nella NATO a maggio del 2022, potrebbero entrare nell’alleanza militare atlantica in momenti diversi, anche se i governi dei due paesi avevano annunciato che sarebbero entrati assieme, per ragioni soprattutto simboliche e di solidarietà reciproca. Negli ultimi giorni tuttavia sembra sempre più probabile che la Finlandia entrerà per prima, perché la sua candidatura è vicina a essere approvata da tutti gli stati membri, mentre quella della Svezia continua a incontrare le resistenze della Turchia.
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha ammesso mercoledì questa possibilità, mentre il presidente finlandese Sauli Niinisto è arrivato giovedì in Turchia dove venerdì incontrerà il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che dovrebbe comunicargli la decisione di appoggiare la candidatura. La Turchia e il suo presidente sono stati per tutti questi mesi il principale ostacolo all’ingresso dei due paesi scandinavi nell’alleanza: Erdogan li accusa di ospitare e sostenere, in misure diverse, rappresentanti di alcune organizzazioni curde, in particolare del Partito dei lavoratori del Kurdistan (PKK), che il governo turco considera organizzazioni terroristiche.
Finlandia e Svezia pochi mesi dopo l’invasione russa dell’Ucraina avevano deciso di abbandonare decenni di neutralità, durata per tutta la Guerra Fredda, per richiedere l’adesione alla NATO. A giugno avevano ottenuto l’invito ufficiale da parte dei trenta paesi dell’alleanza e in poche settimane la gran parte di questi aveva ratificato il loro ingresso. Il regolamento della NATO prevede che l’ingresso venga approvato all’unanimità da tutte le singole nazioni: Ungheria e Turchia avevano rinviato la decisione, che sarebbe dovuta passare da un dibattito parlamentare.
Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha ripetutamente rinviato il voto parlamentare, accusando i due candidati di diffondere “totali menzogne” sullo stato della democrazia in Ungheria, ma l’approvazione del parlamento dovrebbe arrivare entro la fine di marzo.
Le trattative con la Turchia sono state più complesse, benché in questi mesi Finlandia e Svezia abbiano fatto alcune concessioni riguardo alla questione curda. La Svezia in particolare dà da anni sostegno ai curdi del PKK, organizzazione che la Turchia, gli Stati Uniti e l’Unione Europea (dunque anche la Svezia) considerano terroristica, e contro cui il governo turco è in guerra da anni. Ma l’attribuzione di terrorismo nei confronti del PKK è molto controversa e dibattuta, anche perché la popolazione curda in Turchia è spesso oggetto di persecuzione. Per questo, la Svezia in alcuni casi ha trattato dei membri del PKK come rifugiati politici, fornendo loro protezione e rifiutandosi di estradarli in Turchia.
Le tensioni sono aumentate a gennaio, quando durante una manifestazione dell’estrema destra svedese di fronte all’ambasciata turca di Stoccolma un politico danese ha bruciato una copia del Corano. Erdogan ha risposto quasi immediatamente dicendo che la Svezia «non dovrebbe aspettarsi nessun sostegno da parte nostra per la questione della NATO».
Nelle ultime settimane il presidente turco sembra aver deciso di sbloccare la candidatura della Finlandia. «Ha preso una decisione» ha detto il presidente finlandese Niinisto, che ha accettato di andare a Istanbul per una comunicazione ufficiale. Il primo ministro svedese Kristersson, ammettendo che le due candidature procederanno d’ora in poi in modo separato, si è invece mostrato sicuro di un esito positivo in futuro: «La questione non è se la Svezia entrerà nella NATO, ma quando».
I vertici dell’alleanza atlantica e il governo svedese sperano che ciò possa avvenire dopo le elezioni turche previste per maggio, o per una sconfitta elettorale di Erdogan o per una concessione del presidente dopo l’eventuale terza rielezione: il tema è diventato anche oggetto di propaganda elettorale.
«Il mio obiettivo è che entrambi i paesi diventino membri il più presto possibile, almeno prima del summit di Vilnius», ha detto il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg: l’incontro a cui fa riferimento è previsto per luglio.