Tim ha giudicato insufficienti le offerte di Cassa Depositi e Prestiti e KKR per comprare la sua rete
Il consiglio di amministrazione di Tim, la principale azienda di telecomunicazioni italiana, ha giudicato insufficienti le due offerte presentate dal fondo d’investimento statunitense KKR e da Cassa Depositi e Prestiti insieme al fondo australiano Macquarie per comprare la sua infrastruttura di rete. Tim ha quindi dato tempo fino al 18 aprile ai due potenziali acquirenti per presentare offerte migliori. Tim non ha comunicato l’entità delle offerte ma, secondo quanto riferito ai giornali nei giorni scorsi da diverse fonti vicine all’azienda, l’offerta di KKR sarebbe di 20 miliardi di euro e quella di Cassa Depositi e Prestiti e Macquarie di 18 miliardi (circa 10 miliardi in meno del valore stimato dall’azionista di maggioranza di Tim, il gruppo francese Vivendi).
Le offerte prevedono l’acquisto di NetCo, una nuova società che includerà tutta l’infrastruttura di rete di Tim, le attività di FiberCop (azienda che si occupa dello sviluppo e della posa dei collegamenti in fibra ottica, di cui Tim è la principale azionista e in cui KKR ha già il 37,5 per cento delle quote) e una partecipazione in Sparkle (società che gestisce infrastrutture di rete internazionali, di proprietà di Tim).