In Pakistan i sostenitori dell’ex primo ministro Imran Khan si sono scontrati con la polizia per impedirne l’arresto
Martedì la polizia pakistana ha provato ad arrestare Imran Khan, ex primo ministro del paese e attualmente leader dell’opposizione, ma non c’è riuscita a causa della resistenza dei suoi sostenitori. Khan, che è ancora uno dei politici più popolari e influenti del Pakistan, è accusato tra le altre cose di non avere dichiarato alcuni doni ricevuti da funzionari di paesi esteri durante il suo mandato e di averne successivamente rivenduti altri. Per questo la polizia sta cercando di arrestarlo da diversi giorni, ma i suoi sostenitori si sono radunati attorno alla sua abitazione per impedirlo.
Tra la notte di martedì e la mattina di mercoledì moltissimi sostenitori di Khan in varie parti del paese hanno cominciato a protestare contro l’arresto imminente, e secondo il Financial Times il governo guidato da Shehbaz Sharif sta facendo fatica a riportare la calma. Ci sono stati scontri con la polizia fuori dalla casa di Khan, nel centro di Lahore: le forze dell’ordine hanno sparato gas lacrimogeni contro la folla, che stava a sua volta lanciando pietre contro di loro.
La polizia dice che l’arresto è stato ordinato da un tribunale di Islamabad perché Khan non si è presentato alle sue ripetute convocazioni; Khan dice che non si sta presentando perché teme per la propria sicurezza dopo essere stato aggredito durante un comizio lo scorso inverno. Se condannato, rischia di essere escluso dai pubblici uffici, il che gli impedirebbe di candidarsi alle elezioni del prossimo novembre come vorrebbe.