L’ennesima giornata di grossi scioperi in Francia
Ancora per la riforma delle pensioni, alla vigilia del voto decisivo in parlamento
Mercoledì in Francia è prevista un’altra giornata di grossi scioperi contro la riforma delle pensioni proposta dal governo: sono state annunciate manifestazioni in decine di città e disagi soprattutto in settori come la scuola, il trasporto ferroviario e quello pubblico locale. Le compagnie aeree hanno già cancellato diversi voli. Da giorni ci sono ritardi nella consegna del carburante alle stazioni di rifornimento e diverse città, tra cui Parigi, sono piene di rifiuti per gli scioperi dei lavoratori del settore: lunedì si è stimato che nelle strade della capitale ci fossero oltre 5.600 tonnellate di rifiuti in sacchi della spazzatura non raccolti dai netturbini.
Il punto principale della riforma e contro il quale si protesta maggiormente è l’innalzamento dell’età minima per la pensione da 62 a 64 anni. Sarà l’ottava giornata di grandi manifestazioni dalla fine di gennaio, ma nonostante la mobilitazione eccezionale il governo in questo periodo si è mostrato piuttosto risoluto e poco intenzionato a cambiare idea sulla riforma. La nuova giornata di proteste avverrà mentre una commissione parlamentare composta da membri delle due camere dovrà redigere il testo finale del disegno di legge, che dovrebbe essere poi votato giovedì da entrambe le camere.
Sembra comunque che il grande movimento di protesta di questi ultimi mesi abbia avuto qualche effetto, visto che secondo i giornali francesi alcuni membri della maggioranza non sarebbero più certi del proprio voto in vista di giovedì. Se al Senato il governo di Macron è sicuro di ottenere l’approvazione della legge, all’Assemblea nazionale (cioè la camera bassa), Macron non ha la maggioranza assoluta: per far passare la riforma il governo conta sull’appoggio dei Repubblicani, partito conservatore storicamente favorevole all’innalzamento dell’età pensionabile, ma che viene descritto come internamente piuttosto diviso sulla questione. All’Assemblea nazionale basteranno poche defezioni per non raggiungere l’obiettivo.
Pubblicamente il governo si è mostrato sicuro di riuscire a ottenere la maggioranza in entrambe le camere. Nel caso in cui non dovesse farcela, i giornali francesi parlano da giorni della possibilità che si ricorra al comma 3 dell’articolo 49 della Costituzione francese, che consente a un primo ministro o a una prima ministra di approvare un testo di legge in materia finanziaria o di finanziamento al welfare senza passare da una votazione parlamentare (con l’approvazione del Consiglio dei ministri). È comunque un espediente usato in maniera eccezionalmente rara e soggetto a procedure stringenti: finora la prima ministra Elisabeth Borne è stata piuttosto vaga sulla possibilità di utilizzarlo, anche perché rischierebbe di alimentare ulteriormente la rabbia sociale e le proteste.