Il piano per dare all’Australia una flotta di sottomarini nucleari
Sono stati diffusi i dettagli dell'alleanza militare anti-cinese formata un anno e mezzo fa con Stati Uniti e Regno Unito
Il presidente statunitense Joe Biden e i primi ministri Rishi Sunak e Anthony Albanese, rispettivamente del Regno Unito e dell’Australia, hanno annunciato a San Diego, in California, i dettagli di un progetto in tre fasi che doterà l’Australia di sottomarini nucleari, grazie alla condivisione di tecnologia militare da parte dei tre paesi. È il punto centrale dell’accordo firmato circa un anno e mezzo fa dai tre paesi (AUKUS, acronimo di Australia, United Kingdom e United States), un’alleanza militare con l’obiettivo implicito, ma piuttosto evidente, di contenere l’espansione della Cina nell’area del Pacifico.
L’annuncio della nascita dell’alleanza era stato dato nel settembre 2021 dopo un incontro virtuale fra i leader dei tre paesi, ma finora non ne erano stati diffusi i dettagli. Il piano prevede una prima fase in cui gli Stati Uniti collocheranno quattro sottomarini nucleari nella base navale di Perth, in Australia (dal 2027), una seconda in cui venderanno fra 3 e 5 sottomarini all’Australia (dal 2032) e una terza in cui Australia e Regno Unito completeranno la costruzione di una nuova flotta, grazie alla condivisione delle tecnologie dei tre paesi (dal 2040).
I sottomarini nucleari non sono un’arma come un’altra: si basano su una tecnologia molto sofisticata, sono strategicamente rilevanti e sono attualmente posseduti soltanto da sei paesi al mondo (Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito, Cina e India). Utilizzano un motore alimentato da un reattore nucleare, che li rende molto più potenti dei sottomarini alimentati con carburanti convenzionali: sono più veloci, possono percorrere distanze maggiori, trascorrere più tempo sott’acqua senza dover risalire in superficie per il rifornimento e sono molto più difficili da rilevare con radar e altri tipi di strumenti. Potenzialmente sono in grado di lanciare missili armati con testate nucleari miniaturizzate, cioè ordigni nucleari sufficientemente piccoli da poter essere assemblati nei missili. Il presidente Biden ha però specificato che quelli australiani saranno «a propulsione nucleare, ma non armati con testate nucleari».
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Il progetto è stato fortemente criticato dalla Cina e doterà il principale alleato degli Stati Uniti nell’area (l’Australia) di un’arma in grado di aumentare notevolmente il controllo marittimo e potenzialmente anche di operare nel mar Cinese meridionale, una zona considerata fortemente a rischio a causa delle numerose dispute territoriali tra la Cina e altri paesi, tra cui Taiwan.
L’accordo in tre fasi prevede anche l’addestramento di piloti australiani da parte della marina americana, l’utilizzo di tecnologia britannica sviluppata dalla Rolls-Royce per i reattori, la fornitura da parte degli Stati Uniti del combustibile per i reattori, lo smaltimento dei rifiuti radioattivi da parte dell’Australia. Australia e Regno Unito dovrebbero costruire dai primi anni Quaranta e per i due decenni successivi fino a otto sottomarini, portando la flotta britannica a 19 unità.
Biden ha definito l’alleanza AUKUS «uno strumento per garantire la stabilità nell’area dell’Indo-Pacifico», il primo ministro inglese Sunak ha citato Corea del Nord, Cina e Iran, oltre alla Russia, come possibili minacce che potrebbero contribuire a «disegnare un mondo caratterizzato da pericolo, disordine e divisioni». Oltre ai sottomarini, l’alleanza prevede un’ulteriore collaborazione per lo sviluppo di armi supersoniche e strumenti di cybersicurezza e intelligenza artificiale, che non è stata oggetto dell’annuncio.