Secondo il governo l’incendio della scorsa settimana nel campo profughi rohingya in Bangladesh sarebbe stato intenzionale
Dopo giorni di indagini, una commissione investigativa del governo del Bangladesh ha detto che il grosso incendio avvenuto domenica 5 marzo nel campo profughi per persone di etnia rohingya di Balukhali, vicino alla città di Cox’s Bazar, sarebbe stato causato da un “atto di sabotaggio premeditato”. Gli investigatori hanno detto che l’incendio sarebbe iniziato in diversi punti del campo, cosa che proverebbe la sua natura dolosa; e che ad appiccare l’incendio sarebbero stati “gruppi militanti rohingya” con l’obiettivo di ottenere il controllo del campo. È un’informazione che va presa con una certa cautela, dato che nella commissione investigativa non ci sono membri indipendenti dal governo del Bangladesh, che negli ultimi anni ha spesso cercato di ostacolare la presenza dei profughi rohingya nel paese.
I rohingya sono un grande gruppo etnico di religione musulmana le cui comunità si trovano per lo più in Bangladesh e in Myanmar, due paesi confinanti dell’Asia meridionale. Nel campo di Balukhali abita più di un milione di profughi rohingya, perlopiù persone scappate dal Myanmar a partire dal 2017, quando l’esercito birmano compì una serie di brutali operazioni militari, con stupri sistematici e uccisioni indiscriminate. L’incendio del 5 marzo ha distrutto 2.800 case, e lasciato circa 15mila persone senza abitazione. Gli incendi nei campi profughi rohingya non sono così rari: nel marzo del 2021 15 profughi morirono e circa 50mila rimasero senza casa a causa di un enorme incendio, sempre nel campo di Balukhali.